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I giovani europei si confrontano quotidianamente con condizioni sempre più difficili: dal complicato accesso al mondo del lavoro alle aspettative dei genitori, fino al paradosso di internet e dei social media, che connettono e separano allo stesso tempo.

Un maggior numero di giovani manifesta sintomi di disagio mentale, come stress elevato, ansia, depressione, dipendenze. rendendo più difficile costruire il proprio piano di vita e trovare un posto nel mondo.

Per questo, l'Unione europea ha promosso nel 2018 una nuova Strategia sul tema. Uno degli obiettivi individuati riguarda proprio “Salute e benessere mentale”, finalizzato alla promozione dell’inclusione sociale di tutti i giovani, migliorandone il benessere psichico ed eliminando la stigmatizzazione nei loro confronti.

Tale progetto si inserisce in questa cornice investendo sulla formazione e sul riconoscimento delle competenze degli Youth Worker che hanno il compito di guidare e sostenere i giovani nel loro sviluppo personale, sociale ed educativo aiutandoli a raggiungere ed esprimere il loro pieno potenziale nella società. Gli Youth worker apprendendo una serie di di competenze che vanno dall'intelligenza emotiva all'auto-consapevolezza, fino alla gestione del tempo e a sostenere la pressione che arriva dall'esterno, giocano un ruolo chiave, con gli insegnanti e altri professionisti, nel fornire ai giovani una formazione sui problemi di salute mentale e sulla costruzione dell'emotività e nell'affrontare la salute mentale.

Vai al video della conferenza "Colmare il Gap: strumenti di intervento per il benessere e la salute dei giovani".

Disturbi mentali gravi che possono compromettere la capacità genitoriale. Nelle ricerche condotte i figli riferiscono frequentemente esperienze di trascuratezza e abuso, sentimenti di paura o pericolo a causa dei sintomi psichiatrici dei loro genitori di cui sono “costretti” a diventare caregiver.

I dati e le ricerche su questa condizione sono frammentati e troppo spesso lacunosi, ma restituiscono un quadro drammatico. Nel 2004 (Nicholson et al.) riportava che il 67% delle donne e il 75% degli uomini che vivono condizioni di serio disagio psichico (tra cui schizofrenia, disturbi bipolari, depressione grave) sono genitori.

Inoltre, l’interazione fra genetica e ambiente in combinazione con un’elevata esposizione a stress emotivo rappresenta un fattore di rischio per i figli (sia minori che adulti) di sviluppare problemi psichiatrici in futuro.
Da qui la necessità di sensibilizzare e informare la società civile sulla tematica e la messa a fuoco di strumenti concreti di sostegno ai figli di genitori con disagio psichico. Il progetto ha lavorato quindi, grazie alla collaborazione di partner provenienti da diversi paesi (Belgio, Grecia, Italia e Turchia) alla condivisione di buone pratiche sulle strategie di advocacy e alla promozione di un cambiamento nelle policy a livello nazionale e dell’UE. I principali destinatari delle azioni di informazione e sensibilizzazione, oltre ai professionisti della salute mentale, sono stati proprio i caregiver familiari: per orientarli ai servizi di supporto dei servizi di salute mentale e per promuovere scambio di esperienze e di mutuo-aiuto.

Sono numeri drammatici quelli emersi la scorsa settimana nel corso del XXII congresso nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia. È stato infatti stimato che nei prossimi mesi possano emergere fino a un milione di nuovi casi di disagio mentale, a causa della pandemia.

Un’onda che colpisce sia chi ha avuto esperienza diretta con il COVID-19, sia chi vive le conseguenze delle misure di contenimento del contagio. L'incidenza di sintomi depressivi in chi è venuto a contatto col virus fa registrare una probabilità fino al 32% più elevata (10% per chi ha subito un lutto a causa della pandemia), tanto che si stima nei prossimi mesi possano emergere fino a 800 mila nuovi casi di depressione.

A questi si potrebbero aggiungere 150mila i nuovi casi di depressione causati dalla disoccupazione. Il rischio raddoppia infatti in chi ha un reddito inferiore ai 15mila euro all'anno e triplica in chi è disoccupato.

Il disagio si manifesta con ansia o insonnia, disturbo post-traumatico da stress (per chi è stato contagiato) e disordine ossessivo-compulsivo. Le categorie più a rischio sono le donne (più predisposte alla depressione e più toccate dalle ripercussioni sociali e lavorative), i giovani (che hanno visto modificarsi la loro vita di relazione e patiscono gli effetti della crisi sull'occupazione) e gli anziani (più fragili di fronte ai contagi e disturbi mentali).

Ecco perché si parla ormai di sindemia, cioè la presenza e le conseguenze sulla salute di una interazione fra malattia e fattori sociali, ambientali o economici. Nel contesto del COVID-19, le condizioni di fragilità sanitaria, emotiva, sociale non sommano, ma moltiplicano esponenzialmente le loro conseguenze negative sul benessere psicofisico della popolazione.

Anche in durante il lockdown e le misure per il contenimento del virus, la Fondazione Di Liegro ha sempre mantenuto attivo il SOSS-Servizio di Orientamento e Supporto Sociale. Chiamando lo 06 6792669 o scrivendo a supportosociale@fondazionediliegro.it, le persone che vivono l’esperienza del disagio psichico e i loro familiari possono ottenere ascolto e informazioni sull’accesso ai servizi di salute mentale e alle risorse presenti sul territorio di Roma.

Photo by Alan Cabello from Pexels

Le cronache di queste settimane ci dicono come il legame tra pandemia e salute mentale sia sempre più stretto. Da una parte l’emergenza COVID-19 ha costretto le strutture sanitarie a mettere in secondo piano, ad esempio, la cura di certe malattie croniche o i servizi per la salute mentale. Dall’altra ha aumentato l’isolamento delle persone con problemi mentali e delle loro famiglie.
Il caso di Caronia, con la fuga di Viviana Parisi, la sua morte e quella del piccolo Gioele, testimonia infatti come il lockdown abbia fatto da innesco per la malattia e come la mancata accettazione e presa in carico della stessa siano sfociati in tragedia.

Assistere notte e giorno un malato terminale in solitudine, proteggere un malato mentale senza un supporto adeguato, affrontare le imprevedibili conseguenze economiche della crisi sanitaria, rendersi utili per alleviare l’isolamento altrui, di un familiare, di un vicino anziano, del prossimo: sono queste alcune delle testimonianze che abbiamo raccolto in questi mesi di attività.

Dal legame tra pandemia e salute mentale nasce la XIV edizione del corso di formazione “Volontari in rete per la salute mentale”, organizzato dalla Fondazione Di Liegro, che quest’anno ha come tema “Dall’isolamento alla resilienza. Il ruolo del volontariato”.

DALL’ISOLAMENTO ALLA RESILIENZA. IL RUOLO DEL VOLONTARIATO: PROGRAMMA

Le lezioni del corso “Dall’isolamento alla resilienza. Il ruolo del volontariato” si terranno il sabato, dalle 10.30 alle 12.30, presso la sede della Fondazione Di Liegro, in via Ostiense 106, a Roma (fermata Metro B Garbatella).

PRIMO INCONTRO – 3 OTTOBRE 2020
VOLONTARIATO E COMUNITÀ: RIPARTIRE DALLA CRISI
Luigina Di Liegro, Segretario Generale Fondazione Di Liegro
Andrea Volterrani, Sociologo, ricercatore e docente all’Università di Roma Tor Vergata 

SECONDO INCONTRO – 17 OTTOBRE 2020
TU COME STAI? DISTANZIAMENTO, ISOLAMENTO E SOLITUDINE
Massimiliano Aragona, psichiatra e filosofo     

TERZO INCONTRO – 24 OTTOBRE 2020
LE RELAZIONI SOCIALI, UN NUOVO PARADIGMA
Pierangelo Di Vittorio, filosofo e scrittore 

QUARTO INCONTRO – 7 NOVEMBRE 2020
LA RESILIENZA COME STRUMENTO DI SALUTE MENTALE
José MannuPsichiatra

QUINTO INCONTRO – 21 NOVEMBRE 2020
STRESS E TRAUMA, RINASCERE DAL DISAGIO
Silvia Pepe, Psicologa e psicoterapeuta presso Istituto di Psicoterapia Relazionale 

SESTO INCONTRO – 28 NOVEMBRE 2020
DIPENDENZE E STILI DI VITA DURANTE LA PANDEMIA
Giuseppe Ducci, Direttore DSM ASL Roma1
Alessandro Vento, Psichiatra, CSM ASL Roma2 

SETTIMO INCONTRO – 5 DICEMBE 2020
IL RUOLO DEL VOLONTARIO. RIFLESSIONI, METODOLOGIE, ESPERIENZE
Michele Di Nunzio, Psichiatra UOC SPDC San Filippo NerI

La quota di partecipazione al corso è di 35 €, per gli studenti universitari 25 €.

Registrati per partecipare al corso di formazione

Il 3 ottobre, prende il via la XIV edizione del corso di formazione "Volontari e famiglie in rete per la salute mentale", Il tema di quest'anno è "Dall’isolamento alla resilienza. Il ruolo del volontariato". Da quindici anni, formazione del volontariato e orientamento in tema di salute mentale sono infatti la principale vocazione della Fondazione Don Luigi Di Liegro.

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Premessa

La pandemia ha scosso le fondamenta della nostra quotidianità: emergenza sanitaria, crisi economica e problemi sociali hanno determinato e acuito tensioni delle quali non conosciamo gli sviluppi futuri. La resilienza è divenuta così una capacità indispensabile di adattamento per garantire la qualità della vita e tutelare la salute mentale messa a dura prova da questi ultimi avvenimenti.

Trai i “gruppi” in difficoltà e dei quali si parla poco vi è quello del volontariato. La crisi pandemica ha portato alla chiusura di diverse organizzazioni del Terzo settore e l’interruzione della loro attività rischia di privare la comunità dei servizi sinora offerti. Eppure, quanto mai oggi è indispensabile il contributo dei volontari che incarnano e testimoniano nella realtà delle loro azioni un valore irrinunciabile: il dono.

Una società priva della cultura del dare è destinata ad ignorare il valore dell’uomo che trova invece esaltazione nella pratica civile dello spirito del volontariato. Fare volontariato è uno degli strumenti nobili a disposizione soprattutto dei giovani per contribuire alla costruzione di una società civile. Imparare a darsi agli altri consentirà a chi domani sarà un medico, un operaio, un avvocato di vivere le proprie esperienze con uno spirito diverso più solidale. Questo il valore di un dono ed è questa ricchezza che motiva i volontari a fare anche sacrifici con animo leggero.

DALL’ISOLAMENTO ALLA RESILIENZA. IL RUOLO DEL VOLONTARIATO: PROGRAMMA

Le lezioni del corso "Dall’isolamento alla resilienza. Il ruolo del volontariato" si terranno il sabato, dalle 10.30 alle 12.30, presso la sede della Fondazione Di Liegro, in via Ostiense 106, a Roma (fermata Metro B Garbatella).
Sarà possibile partecipare sia in presenza, fino a esaurimento dei posti, che su piattaforma digitale. 

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PRIMO INCONTRO – 3 OTTOBRE 2020
VOLONTARIATO E COMUNITÀ: RIPARTIRE DALLA CRISI
Luigina Di Liegro, Segretario Generale Fondazione Di Liegro
Andrea Volterrani, Sociologo, ricercatore e docente all’Università di Roma Tor Vergata 

SECONDO INCONTRO – 17 OTTOBRE 2020
TU COME STAI? DISTANZIAMENTO, ISOLAMENTO E SOLITUDINE
Massimiliano Aragona, psichiatra e filosofo     

TERZO INCONTRO – 24 OTTOBRE 2020
LE RELAZIONI SOCIALI, UN NUOVO PARADIGMA
Pierangelo Di Vittorio, filosofo e scrittore 

QUARTO INCONTRO – 7 NOVEMBRE 2020
LA RESILIENZA COME STRUMENTO DI SALUTE MENTALE
Josè Mannu, psichiatra

QUINTO INCONTRO – 21 NOVEMBRE 2020
STRESS E TRAUMA, RINASCERE DAL DISAGIO
Silvia Pepe, psicologa e psicoterapeuta presso Istituto di Psicoterapia Relazionale 

SESTO INCONTRO - 28 NOVEMBRE 2020
DIPENDENZE E STILI DI VITA DURANTE LA PANDEMIA
Giuseppe Ducci, Direttore DSM ASL Roma1
Alessandro Vento, psichiatra, CSM ASL Roma2 

SETTIMO INCONTRO – 5 DICEMBE 2020
IL RUOLO DEL VOLONTARIO. RIFLESSIONI, METODOLOGIE, ESPERIENZE
Michele Di Nunzio, psichiatra UOC SPDC San Filippo Neri

La quota di partecipazione al corso è di 35 €, per gli studenti universitari 20 €.

Il pagamento avviene sotto forma di donazione alla Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro ed è quindi detraibile dalla dichiarazione dei redditi. È possibile effettuare il pagamento tramite:

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Povertà educativa e impegno del Terzo settore: Unire le forze, formare e informare, riflettere sul significato di eguaglianza ed equità. Ma soprattutto tenere in considerazione i bisogni dei giovani e renderli protagonisti. Sono questi i temi dell’intervento di Anna Maria Palmieri, psicologa-psicoterapeuta della Fondazione Di Liegro al workshop “La Comunità Educante ai tempi del coronavirus. Analisi, riflessioni, idee e proposte per la creazione di una Comunità Educante Smart”, organizzato dal progetto “Libera il futuro”.

Per combattere la povertà educativa, il Terzo Settore può contribuire nell’aiutare la scuola, unendo le forze. Questo non significa delegare ruoli e funzioni, ma valorizzare i punti di forza di ognuno e capire il contributo che ogni ente può dare per un percorso, un progetto comune come “Libera il futuro”.

Un altro aspetto fondamentale è quello di affiancare alla formazione anche attività di informazione, che è un tratto distintivo della Fondazione Di Liegro. Le diverse agenzie educative devono impegnarsi su entrambi i fronti, come agenzie di formazione e informazione, che favoriscono sia modalità di apprendimento formali che non formali. Può accadere all’interno dei centri di aggregazione giovanile o nei corsi di formazione, dove è possibile sperimentare percorsi diversi rispetto alle istituzioni o affiancarle per creare dei movimenti generativi.

Allo stesso tempo, è importante distinguere fra “uguaglianza” ed “equità”. L’uguaglianza prevede che tutti siano trattati allo stesso modo, che tutti abbiano le stesse cose: nel caso della Didattica a distanza significa fornire una buona connessione e un computer valido a tutti. Equità significa invece dare le stesse opportunità. Se andiamo all’etimologia della parola “crisi” (dal greco “krino”: separare, discernere, giudicare), vediamo che la crisi causata dal Coronavirus ci offre l’opportunità di valutare e fare nuove scelte, insomma di cogliere un’opportunità. Per questo, bisogna tenere presenti i bisogni dei giovani. Equità, quindi, vuol dire anche considerare che le traiettorie evolutive degli adolescenti non sono tutte uguali, quindi fare attenzione a che con la Didattica a distanza, davanti a un monitor, non si perdano. Bisogna far sì che ogni ragazzo possa trovare il proprio canale educativo per esprimersi.

Basti pensare alla tecnologia. Accanto ai nativi digitali troviamo gli immigrati digitali, quelli nati prima del ’95. Durante l’emergenza COVID-19 questa disparità di conoscenze informatiche è emersa chiaramente e, in molti casi, sono stati gli studenti a insegnare ai propri docenti come utilizzare le piattaforme. Si è trattato di un momento importante dal punto di vista educativo, perché permette ai ragazzi di veder riconosciuta una propria competenza in percorsi di formazione reciproca e di essere presi sul serio. La nostra esperienza con la Fondazione Di Liegro, con i progetti di alfabetizzazione emotiva e peer education, ci dice che uno dei bisogni principali dei ragazzi è proprio questo: essere presi sul serio.

L’esperienza ci dice infatti che è difficile coinvolgere i ragazzi nei progetti. Nell’adolescenza cambiano i punti di riferimento, gli interlocutori privilegiati del loro dialogo non sono più famiglia e scuola, ma il gruppo. Ecco perché è necessario scegliere metodologie diverse (come peer education e youth worker, per far lavorare i giovani su una serie di competenze. Alla povertà educativa non deve affiancarsi la povertà emotiva. Sappiamo che l’apprendimento va a braccetto con l’emozione e che le emozioni sostengono l’apprendimento: bisogna quindi sostenere le competenze emotive e sociali,. Una complessità che la Scuola è chiamata a tenere presente. Lavorare insieme, unire le forze per affrontare queste complessità è la strada da seguire.

#Liberailfuturo è un progetto triennale, a cui partecipa anche la Fondazione Di Liegro, dedicato agli studenti romani, tra gli 11 ed i 17 anni, di cinque Municipi della Capitale (I, VII, VIII, XI, XIV e XV), in cui si manifestano forme di disagio giovanile, come abbandono degli studi, microcriminalità e vandalismo. Obiettivo di #Liberailfuturo è quello di ridurre la minaccia dell’isolamento e della marginalità sociale. Con l’auspicio, una volta concluso il progetto, di aver creato un tessuto relazionale di vicinato in grado di sostenere una formazione identitaria delle nuove generazioni (welfare comunitario) e di restituire ai ragazzi il valore della solidarietà e della partecipazione attiva alla vita civile.

Il sito del progetto

Dipendenze da sostanze e dipendenze comportamentali patologiche nei giovani rappresentano un’emergenza sociale. La diffusione e il consumo di droghe sempre nuove, ma anche l’abuso di internet o della televisione, il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo o alcuni disturbi del comportamento alimentare (solo per fare alcuni esempi) richiedono azioni di informazione e formazione per famiglie, operatori sociosanitari, educatori e cittadinanza, in grado di prevenire il disagio.

Da anni la Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Onlus è impegnata nel campo della salute mentale e collabora con i Servizi sanitari e sociali di Roma e del Lazio per promuovere percorsi di recovery e inclusione sociale per le persone con disagio psichico e le loro famiglie. Questo impegno si è focalizzato nel tempo sul disagio giovanile, con corsi di formazione tematici, progetti di alfabetizzazione emotiva, percorsi di peer education nelle scuole, attività di ricerca.

La Fondazione Di Liegro e l’Associazione Osservatorio sulle dipendenze hanno firmato un protocollo d'intesa finalizzato al potenziamento delle loro attività, che si svolgeranno presso la sede della Fondazione.

La collaborazione prevede azioni di informazione e di promozione della salute mentale mediante progetti di formazione; iniziative culturali e di socializzazione, organizzazione di mostre, seminari, convegni, proiezioni, dibattiti e corsi; attività di ricerca e raccolta dati riguardanti l’uso/abuso di sostanze e i comportamenti di dipendenza, al fine di pubblicazioni scientifiche divulgative sull’argomento.

“L’interazione con la Fondazione Di Liegro – ha spiegato il presidente dell’Osservatorio sulle dipendenze, Alessandro E. Vento – ci aiuta a consolidare la rete dei rapporti istituzionali. Abbiamo firmato l’intesa anche per l’autorevolezza e la serietà dei contenuti portati avanti dalla Fondazione e le loro importanti iniziative aperte a utenti dei servizi di salute mentale, ai loro familiari e alle persone della società civile”.

“La salute mentale nella fascia d’età giovanile, momento cruciale dello sviluppo e per l’insorgere di eventuali difficoltà nello sviluppo emotivo, è un tema di grande rilevanza – ha commentato Luigina Di Liegro, segretario generale della Fondazione – E rende necessario agire in termini di informazione, protezione e prevenzione del disagio. Per questo, contribuiamo con determinazione  al perfezionamento del NPS Finder ideato dall’Osservatorio sulle dipendenze.

"Creare una comunità di cittadini". L’intervento telefonico di Luigina Di Liegro a “L’Italia in diretta”, su Radio 1, ha rappresentato l’occasione per fare il punto sulle attività della Fondazione Di Liegro nel campo del disagio psichico. Attività che non si sono mai fermate, neanche nei mesi del lockdown, rivelandosi ancora più importanti in un momento di isolamento fisico e sociale

È restato operativo ogni giorno il SOSS, Servizio di Orientamento e Supporto Sociale,  che offre ascolto ai familiari di persone con disagio psichico, attraverso mail, telefono e di persona (con appuntamento). Il servizio sostiene e cerca soluzioni alle problematiche esistenti indicando e indirizzando verso i presidi socio sanitari pubblici  con i quali la Fondazione collabora strettamente fin dalla sua nascita.

Spesso, il disagio psichico viene rimosso o affrontato quando è ormai cronico. Invece, ha spiegato Luigina Di Liegro, è importante aiutare le famiglie a individuare il problema prima che sia troppo tardi e ricorrere ai servizi esistenti ed attivi sul territorio.

La Fondazione in questi anni ha lavorato per creare una comunità di cittadini che, grazie anche ai suoi corsi di formazione per volontari, imparano a conoscere e affrontare il  disagio mentale, creando una relazione con la persona che vive questa realtà. Della rete di sostegno sono parte importante anche i laboratori di arte terapia e gruppi di auto-aiuto.

Il segretario generale ha poi ricordato l’opera di don Luigi Di Liegro, suo zio, nel portare avanti i valori della solidarietà, animati dalla speranza e dalla fede che in lui era profondissima, ma che lui non chiedeva agli altri di avere. Il lavoro di don Luigi, fondatore tra l’altro della Caritas di Roma, rimane fondamentale nel sostegno ai poveri e agli emarginati della Capitale e ha lasciato un’eredità indelebile nel mondo del volontariato locale.

Ascolta l'intervista a Luigina Di Liegro

Il progetto poneva le sue basi sulla convinzione che una società più accogliente e inclusiva risponde, con maggiore efficacia, alle molteplici criticità derivanti dal disagio psichico. Il lavoro, in questo senso rappresenta un tassello fondamentale nella vita di ciascuno e una tappa essenziale verso la costruzione di una vita autonoma e più appagante.

Le persone coinvolte, nei due anni di vita del progetto, sono state inserite in percorsi modulari che prevedevano diverse azioni tra cui: orientamento e valutazione delle competenze; interventi di empowerment, autopromozione, inclusione sociale; accompagnamento, tutoraggio ed esplorazione delle opportunità formative e lavorative; sostegno psicologico; sostegno e consulenza familiare.
Per ogni persona presa in carico è stato elaborato un progetto individuale partendo dalle competenze e risorse di ciascuno. Il confronto e il dialogo all’interno di laboratori professionalizzanti ed espressivi è stato uno degli elementi di forza del progetto.

Oltre il 60% dei partecipanti hanno partecipato a tirocini formativi, che in alcuni casi sono stati trasformati in veri e propri contratti di assunzione.

Dall’esperienza del progetto “Mettersi in moto” sono nate nel tempo diverse iniziative sull’inclusione lavorativa, anche grazie alle azioni di informazione e sensibilizzazione al mondo pubblico e privato sul disagio psichico.

Scarica la Locandina del Progetto.

Il prossimo 12 novembre, dalle 10.00 alle 13.00, si terrà in Fondazione un convegno che esplorerà il tema della detenzione e del disagio psichico: "Dalla comunità alla Rems, passando per il carcere. Il viaggio di una madre nel buio delle istituzioni" . La proiezione del docufilm Io combatto di Loretta Rossi Stuart sulla storia di suo figlio Giacomo sarà, inoltre, lo spunto per una successiva tavola rotonda di approfondimento con i media.

Con l’approvazione della legge del 30 maggio 2014 n. 81 si converte, con modificazioni, il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante “disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari”. Ed è così che dal 31 marzo 2015 vengono chiusi gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G.) favorendo il passaggio alle Rems, (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza). Le Rems sono strutture sanitarie di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali (infermi di mente) e socialmente pericolosi.

Dal momento in cui Loretta Rossi Stuart a settembre scorso ha deciso di denunciare pubblicamente l’ingiusta detenzione del figlio Giacomo Sy, ad oggi, non arrivano ancora risposte sulla confusa situazione che riguarda le liste di attesa di ingresso alle Rems.

Il convegno si pone l’obiettivo di attivare una comunicazione tra gli attori in campo, atto a favorire la necessaria evoluzione della riforma che ha portato alla chiusura degli O.P.G. un iter che in questo momento di stasi, provoca il non rispetto e la non tutela dei diritti umani. Giacomo e sua madre, affiancata e sostenuta da associazioni e figure che hanno abbracciato questa causa, si fanno portavoce di un’ingiustizia che riguarda molte altre persone e chiedono soluzioni a beneficio delle tante categorie coinvolte e danneggiate da questo stato di cose, nonché delle generazioni future.

La giornata sarà così strutturata:

Scarica il programma completo

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Salute Mentale
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