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La Fondazione Di Liegro opera dal 2006 nel campo della salute mentale collaborando con istituzioni pubbliche e private nella realizzazione di progetti, attività e ricerche finalizzate alla promozione del benessere psicosociale, la prevenzione del disagio psichico e la diffusione della cultura e della conoscenza della salute mentale. Nel corso del tempo, questo impegno si è focalizzato in particolare sul disagio giovanile, organizzando corsi di formazione tematici, progetti di alfabetizzazione emotiva e percorsi di peer education nelle scuole, attività di ricerca.

La constatazione che la salute mentale nella fascia d’età giovanile, momento cruciale dello sviluppo e per l’insorgere di eventuali difficoltà nello sviluppo, sia infatti un tema di grande rilevanza e su cui è necessario agire in termini di informazione, protezione e prevenzione, è stata ulteriormente convalidata dall’edizione 2018 del World Mental Health Day, dedicata a “giovani e salute mentale in un mondo che cambia.

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolineano infatti che nel mondo il 10-20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi depressivi e che le patologie neuro-psichiatriche sono la principale causa di disabilità nei giovani di tutte le Regioni OMS. Un adolescente su 6 nella fascia di età 10-19 anni soffre di disturbi mentali. Inoltre, il 50% dei problemi inizia prima dei 14 anni, ma la maggior parte dei casi non viene rilevata e non viene trattata. E ancora: il suicidio è terza causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 19 anni.

Esiste un rischio concreto che i problemi di salute mentale sviluppati durante l’adolescenza possano continuare nell’età adulta o diventare persino cronici (OMS, 2005).

Da queste considerazioni nasce l’impegno della Fondazione nel rivolgere un’attenzione particolare alla fascia d’età giovanile. Le azioni intraprese hanno l’obiettivo di rafforzare, attraverso interventi diretti e indiretti, i fattori protettivi così da prevenire lo sviluppo di problemi di salute mentale.

Progetti e iniziative della Fondazione Di Liegro per i giovani:

Nell’ambito delle politiche europee per i giovani, le esperienze di Youth Work hanno assunto negli ultimi anni una dimensione centrale e sempre meglio definita. A fronte delle difficoltà di giungere a definizioni univoche e condivise nei vari paesi europei, differenti per storia, cultura, legislazioni e aspetti organizzativi, si fa strada tuttavia l’idea che tali differenze rappresentino una ricchezza piuttosto che un ostacolo alla conoscenza e all’implementazione. Dal confronto e dallo scambio possono quindi scaturire stimoli per un dibattito sempre più allargato e per la trasmissione di saperi, con l’obiettivo di approfondire le competenze nei vari campi di possibile applicazione dello Youth Work.

Scarica il Report europeo sulle competenze degli Youth workers e sui bisogni dei giovani

Nel Progetto Youth Worker Promoting Mental Health (YouProMe), in particolare, l’obiettivo è mettere a fuoco le potenzialità dello Youth Work nell’ambito della salute mentale dei giovani. Il disagio giovanile è un tema dalle molte sfaccettature: dai vari problemi legati a situazioni contestuali, socio-economiche, culturali, a quelli che originano più specificamente dall’esordio di una patologia psichiatrica. Spesso questi problemi convergono nel singolo individuo e il loro sommarsi costituisce una sfida per le agenzie che la società delega ad occuparsene: la scuola e i servizi socio-sanitari. Il disagio mentale ha nell’età giovanile il suo terreno di esordio e di sviluppo. Interventi tardivi o parziali in questo campo rischiano, come è noto, di produrre conseguenze negative per il resto della vita. D’altra parte, le istituzioni educative e quelle socio-sanitarie mostrano i propri limiti di fronte a questo mandato, in quanto il loro campo d’azione resta spesso confinato all’interno dei perimetri spaziali e relazionali delle loro strutture istituzionali, rimanendo lontane dai luoghi naturali di vita dei giovani, dove i problemi si manifestano e producono i loro effetti; ma anche dove le risorse, le opportunità, i punti di forza possano essere colti, riconosciuti e sostenuti, e dove le competenze emotive e sociali possano consolidarsi e costituire un argine al rischio di isolamento e drop-out.

Si tratta di un campo, perciò, in cui il ruolo dello youth worker può essere cruciale, in collaborazione con le altre agenzie come la scuola e i servizi di salute mentale.

Il progetto YOUPROME unisce dunque l’interesse per lo Youth Work e per il campo della salute mentale con l’obiettivo primario di approfondire le competenze e le modalità di intervento di tale figura così da identificarne sempre meglio la specifica identità e la necessaria “borsa degli attrezzi”. Come primo output di progetto è stato pubblicato un research report che rappresenta il primo di una serie di strumenti/attrezzi che il progetto mette a disposizione degli Youth Workers che intendono sostenere i giovani che vivono l’esperienza del disagio.

Venerdì 25 giugno, la nostra Fondazione interviene alla 2a Conferenza Nazionale per la Salute Mentale, dal titolo “Per una salute mentale di comunità”. L'evento, promosso dal Ministero della Salute, è in programma venerdì 25 e sabato 26 giugno 2021 in modalità streaming online.

A vent’anni dalla prima Conferenza Nazionale del 2001 e alla luce delle nuove sfide poste anche dalla pandemia, l’incontro costituisce un’occasione di dialogo e confronto fra istituzioni, operatori, associazioni e cittadini per progettare un sistema per la salute mentale universale, inclusivo, trasparente e partecipato.

La Fondazione Di Liegro prenderà parte alla sessione parallela in gruppi di lavoro dal titolo “Il ruolo delle associazioni di utenti, familiari e del volontariato nei servizi di salute mentale”. Nel corso del suo intervento, la dottoressa Anna Maria Palmieri illustrerà il ruolo del privato sociale per un sistema di cura integrato nella comunità e sul territorio. Un focus particolare sarà dedicato a priorità ed azioni, dal principio di sussidiarietà a un'effettiva integrazione socio-sanitaria, dall'attenzione alla fascia di età giovanile al rafforzamento delle prime linee dell’intervento sul territorio (medici di famiglia, scuola, consultori familiari), fino al sostegno delle famiglie e il coinvolgimento della comunità.

La due giorni si propone l’obiettivo di:

La realizzazione della Conferenza avviene a conclusione di un percorso di approfondimento sviluppato in oltre un anno attraverso i lavori del Tavolo Tecnico per la Salute Mentale istituito presso il Ministero della Salute, e diversi seminari tematici.

“L’analisi condotta dal Tavolo Tecnico ha messo in evidenza i punti di forza e le aree nelle quali il sistema di cura ha necessità di un intenso lavoro di manutenzione – spiega Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'AUSL di Modena e coordinatore del Tavolo tecnico sulla salute mentale - dai servizi di salute mentale per l’infanzia e l’adolescenza all’integrazione con gli interventi e le politiche sociali; dal più attento e tempestivo monitoraggio delle attività al rafforzamento del rapporto di collaborazione con le Regioni, per un efficace contrasto alle disuguaglianze di accesso e di trattamento sul territorio nazionale”.

Gli argomenti trattati nei seminari tematici saranno dibattuti nel corso dell’evento con speciali sessioni costruite a partire dalle centinaia di proposte e contributi raccolti. Tali sessioni saranno aperte alla partecipazione del pubblico che, attraverso la pagina web dedicata sul sito del Ministero della Salute, potrà accedervi e interagire con i relatori.

Tra le tematiche affrontate nei gruppi di lavoro che si riuniranno nel pomeriggio del 25: la qualificazione dei servizi, la salute mentale dei minori; le azioni preventive e la presa in carico nelle popolazioni migranti e nei contesti custodiali; il lavoro d’equipe, le professioni, la formazione; buone e cattive pratiche di presa in carico, inclusione sociale e sostegno alla vita indipendente; il ruolo delle associazioni di utenti, familiari e del volontariato. L’ultima parte della giornata sarà dedicata al Teatro Patologico, un’esperienza dall’alto valore sociale e artistico. I

I lavori della conferenza saranno aperti, il 25 giugno, dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, cui seguiranno gli interventi del Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, del Presidente del Consiglio Nazionale dell’ANCI, Enzo Bianco, del Presidente della Regione Molise e componente dell'Ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Donato Toma, e di Dévora Kestel, Direttore del Dipartimento Salute Mentale dell’OMS. Seguirà un momento dedicato alle testimonianze di utenti, familiari, operatori e strutture attive nel settore. A tenere le fila di questa narrazione sarà Massimo Cirri, conduttore radiofonico di Rai Radio2 – Caterpillar, e psicologo con un’esperienza di 25 anni nei servizi pubblici di salute mentale. L’esperienza italiana inserita nel contesto internazionale verrà presentata da Giovanni Leonardi, Segretario generale del Ministero della Salute, e da Benedetto Saraceno, Segretario generale del Lisbon Institute for Global Health.

Un impatto nella realtà quotidiana e una vita emotiva e sociale spesso molto difficile. In Italia circa 50 mila ragazzi in età adolescenziale soffrono di epilessia. Di questi il quasi il 20% hanno sintomi depressivi. Negli adolescenti la presenza di una malattia cronica come l'epilessia ha un impatto enorme sulla vita e condiziona una delle fasi più delicate nella transizione dall'età infantile a quella adulta. È quanto ha riportato l'Agenzia Dire in occasione del recente 44° Congresso Nazionale della Lega Italiana Contro l'Epilessia (LICE), quest'anno dedicato al tema della Transition, cioè al passaggio programmato da un sistema di cure centrato sull'età pediatrica ad uno orientato sull'adulto.

"Le epilessie - ha spiegato Laura Tassi, presidente della LICE - sono patologie che nella maggioranza dei casi esordiscono in età infantile o in quella adolescenziale. Quando colpisce gli adolescenti, impatta in una fase estremamente delicata della crescita personale, portando un grande cambiamento in una fascia d'età proiettata verso un futuro visto senza limiti. Il dover seguire una terapia farmacologica costante, rispettare gli orari e non poter aver accesso a tutte le attività a cui possono far riferimento i coetanei, può avere conseguenze anche di entità significativa. Gli adolescenti faticano ad accettare di avere una malattia cronica".

L'epilessia è una patologia cronica caratterizzata non solo da crisi ricorrenti che possono cambiare nel corso del tempo, ma anche, nei casi più gravi e farmacoresistenti, da alterazione del comportamento, difficoltà scolastiche e sociali. Secondo le principali evidenze scientifiche, infatti, i ragazzi con epilessia presentano più frequentemente disturbi dell'umore o del comportamento rispetto alla popolazione generale. Possono avere disturbi dell'apprendimento, difficoltà negli studi e nel trovare lavoro, ma anche difficoltà relative all'autonomia, all'immagine corporea, al gruppo dei pari, all'autostima e all'identità.

Molti adolescenti e giovani adulti con patologie che limitano le abilità funzionali e compromettono la vita emotiva e sociale, sperimentano difficoltà transizionali al passaggio dalle cure pediatriche a quelle dell'adulto. La patologia può avere gravi effetti sullo sviluppo degli adolescenti, che si confrontano con importanti problematiche sociali nella vita adulta. L'esigenza di continuità delle cure durante la transizione dalla pediatria ai servizi per adulti, è particolarmente importante per i giovani che attraversano la trasformazione fisica e mentale dall'adolescenza all'età adulta. Una buona gestione di questo periodo di transizione è fondamentale per sviluppare e mantenere l'autostima e la fiducia dell'adolescente con epilessia. Si delinea quindi la necessità di prevedere un possibile modello di passaggio di cura dall'età evolutiva all'età adulta, modello che tenga conto della numerosità e della complessità delle problematiche connesse all'adolescenza.

"Il primo passo - ha aggiunto Laura Tassi - è quello di identificare i professionisti in grado di prendersi cura di questi pazienti così particolari. Successivamente dobbiamo ottenere il coinvolgimento personale dei ragazzi. Infine va creata la stretta comunicazione fra gli specialisti dell'età pediatrica e dell'età adulta".

Photo by Polina Zimmerman from Pexels

Una tre giorni di webinar sul tema “Giovani e salute mentale: un bene in Comune”. È l'evento formativo organizzato dalla Fondazione Di Liegro, insieme ad Anci Lazio e Osservatorio per le Dipendenze e disturbi psichici sotto soglia, e con il contributo del Consiglio Regionale del Lazio, per contribuire a formare amministratori, dirigenti e funzionari degli Enti Locali su temi come, il ritiro sociale, le dipendenze da sostanze, l’uso e l’abuso delle nuove tecnologie. L'obiettivo è quello di incidere sulle politiche e sull’organizzazione di attività di prevenzione e promozione del benessere psicosociale dei cittadini più giovani e delle loro famiglie.

Il webinar “Giovani e salute mentale: un bene in Comune” intende infatti sottolineare l’importanza del benessere psicologico dei cittadini, in particolare quello dei giovani, soprattutto in questo momento legato alle difficoltà date dalla pandemia. L'emergenza Covid-19 ha colpito non solo la salute fisica ma anche quella mentale, scavando nelle fragilità e nelle difficoltà e rendendo ancora più difficili tante realtà che, troppo spesso, passano sotto traccia”. Per questo si rende necessario pensare a politiche capaci di unire il contributo degli attori istituzionali, dei servizi sociali e delle agenzie educative, a quello dei servizi specifici di salute mentale in una dinamica di valore complementare, come ha sottolineato presentando l'evento Lina Novelli, delegata al Welfare e alle Politiche Sociali di Anci Lazio.

La Fondazione Di Liegro lavora dal 2006 con istituzioni pubbliche e private alla promozione del benessere psicosociale, la prevenzione del disagio psichico e la diffusione della cultura e della conoscenza della salute mentale. Nel corso del tempo,   ha spiegato il segretario generale, Luigina Di Liegro, questo impegno si è focalizzato in particolare sul disagio giovanile.

Nel corso del tempo, questo impegno si è focalizzato in particolare sul disagio giovanile. L’esperienza quotidiana ci dice che le dipendenze da sostanze e quelle comportamentali patologiche nei giovani rappresentano un’emergenza sociale.Proprio insieme alll’Associazione Osservatorio per le Dipendenze e disturbi psichici sotto soglia, presieduta dallo psichiatra e psicoterapeuta, Alessandro Vento, la Fondazione collabora a un progetto che, attraverso la scansione sistematica del web da parte di un software, identifica la presenza di Nuove Sostanze Psicoattive messe in vendita su internet.

GIOVANI E SALUTE MENTALE: UN BENE IN COMUNE - IL PROGRAMMA

Martedì 13 aprile 2021 ore 15:00- 16:30
“La promozione della salute mentale in adolescenza. R-esistere alla pandemia”
Alessandro Vento, Psichiatra, Responsabile dell’ Osservatorio Dipendenze e Disturbi Psichici Sottosoglia.

Martedì 20 aprile 2021 ore 15:00 – 16:30
“Ritiro sociale e abbandono scolastico in adolescenza”
Ignazio Ardizzone, Neuropsichiatra infantile, Responsabile Ambulatorio psichiatrico di Neuropsichiatria infantile Policlinico “Umberto I” di Roma.

Martedì 27 aprile 2021 ore 15:00 – 16:30
“La dipendenza tra vecchie e nuove sostanze”
Alessandro Vento, Psichiatra, Responsabile dell’ Osservatorio Dipendenze e Disturbi Psichici Sottosoglia.

I giovani europei si confrontano quotidianamente con condizioni sempre più difficili: dal complicato accesso al mondo del lavoro alle aspettative dei genitori, fino al paradosso di internet e dei social media, che connettono e separano allo stesso tempo.

Un maggior numero di giovani manifesta sintomi di disagio mentale, come stress elevato, ansia, depressione, dipendenze. rendendo più difficile costruire il proprio piano di vita e trovare un posto nel mondo.

Per questo, l'Unione europea ha promosso nel 2018 una nuova Strategia sul tema. Uno degli obiettivi individuati riguarda proprio “Salute e benessere mentale”, finalizzato alla promozione dell’inclusione sociale di tutti i giovani, migliorandone il benessere psichico ed eliminando la stigmatizzazione nei loro confronti.

Tale progetto si inserisce in questa cornice investendo sulla formazione e sul riconoscimento delle competenze degli Youth Worker che hanno il compito di guidare e sostenere i giovani nel loro sviluppo personale, sociale ed educativo aiutandoli a raggiungere ed esprimere il loro pieno potenziale nella società. Gli Youth worker apprendendo una serie di di competenze che vanno dall'intelligenza emotiva all'auto-consapevolezza, fino alla gestione del tempo e a sostenere la pressione che arriva dall'esterno, giocano un ruolo chiave, con gli insegnanti e altri professionisti, nel fornire ai giovani una formazione sui problemi di salute mentale e sulla costruzione dell'emotività e nell'affrontare la salute mentale.

Vai al video della conferenza "Colmare il Gap: strumenti di intervento per il benessere e la salute dei giovani".

Disturbi mentali gravi che possono compromettere la capacità genitoriale. Nelle ricerche condotte i figli riferiscono frequentemente esperienze di trascuratezza e abuso, sentimenti di paura o pericolo a causa dei sintomi psichiatrici dei loro genitori di cui sono “costretti” a diventare caregiver.

I dati e le ricerche su questa condizione sono frammentati e troppo spesso lacunosi, ma restituiscono un quadro drammatico. Nel 2004 (Nicholson et al.) riportava che il 67% delle donne e il 75% degli uomini che vivono condizioni di serio disagio psichico (tra cui schizofrenia, disturbi bipolari, depressione grave) sono genitori.

Inoltre, l’interazione fra genetica e ambiente in combinazione con un’elevata esposizione a stress emotivo rappresenta un fattore di rischio per i figli (sia minori che adulti) di sviluppare problemi psichiatrici in futuro.
Da qui la necessità di sensibilizzare e informare la società civile sulla tematica e la messa a fuoco di strumenti concreti di sostegno ai figli di genitori con disagio psichico. Il progetto ha lavorato quindi, grazie alla collaborazione di partner provenienti da diversi paesi (Belgio, Grecia, Italia e Turchia) alla condivisione di buone pratiche sulle strategie di advocacy e alla promozione di un cambiamento nelle policy a livello nazionale e dell’UE. I principali destinatari delle azioni di informazione e sensibilizzazione, oltre ai professionisti della salute mentale, sono stati proprio i caregiver familiari: per orientarli ai servizi di supporto dei servizi di salute mentale e per promuovere scambio di esperienze e di mutuo-aiuto.

Anche in tema di dipendenze, l’impatto della pandemia sulla salute mentale è emerso con evidenza nella prima ondata del virus e ha una data d’inizio: il 9 marzo scorso, quando l’entrata in vigore del lockdown, il confinamento, ha cambiato forse per sempre il nostro stile di vita.
L’esistenza stessa del Covid-19 ha innescato una sindrome da disadattamento nella popolazione generale e a maggior ragione in una fascia di persone con preesistenti disturbi psichici con diagnosi nello spettro ansioso depressivo.

Nell’ambito delle dipendenze - in cui opera lo psichiatra Alessandro Vento, relatore del VI incontro del corso di formazione "Volontari e famiglie in rete per la salute mentale" e responsabile dell'Osservatorio sulle dipendenze - si sono modificati i pattern di consumo. C’è stato un massiccio aumento del consumo di alcol e di farmaci di prescrizione, soprattutto da parte di utilizzatori di sostanze psicoattive di strada, scomparse dal mercato durante il lockdown. Parallelamente è aumentata la adulterazione delle sostanze - che i consumatori hanno cominciato a tagliare con quello che avevano a disposizione, con danni maggiori per la salute - e l’acquisto on line di sostanze psicoattive, legali o no.
Da segnalare anche il ricorso a cibi con proprietà psico-farmacologiche (ad esempio le spezie) utilizzati nella pandemia insieme all’alcol, come condotta di tipo compensativo.

Ci sono state grandi differenze tra la prima e la seconda ondata del Covid, ha confermato Giuseppe Ducci, direttore del Dipartimento di Salute Mentale Asl Roma 1, anche lui relatore nel VI incontro del corso di formazione. Differenze dovute ai diversi tipi di isolamento messi in atto. I problemi di natura psichiatrica sono stati molto maggiori durante il lockdown. Nella Asl Roma 1 ci sono stati cinque suicidi, tutti di donne sole.

Bisogna considerare che gli elementi fondamentali della salute mentale sono la socialità e la resilienza che è quella capacità di adattarsi alle circostanze, superare lo stress degli eventi avversi che si verificano nella vita, mantenendo o ripristinando in tempi abbastanza brevi l’equilibrio.

Questa pandemia avviene a distanza di un secolo dalla "spagnola", in un mondo totalmente diverso e che cambierà ancora profondamente a causa dell’emergenza che stiamo vivendo, e deve essere un’opportunità per costruire un modo diverso di operare anche nella salute mentale.

Bisogna passare a “una nuova cultura della presa in carico dell’utente", basata sull’integrazione forte dei servizi, immaginare e realizzare gruppi di lavoro flessibili formati da diversi operatori con diverse competenze che si costituiscano su un caso, un paziente, ritagliati sulle caratteristiche della persona. Gruppi aperti a soggetti esterni, come le famiglie e le realtà attive nel territorio. Su questo la Asl Roma 1 sta lavorando.

Photo by Isabella Mendes from Pexels

Povertà educativa e impegno del Terzo settore: Unire le forze, formare e informare, riflettere sul significato di eguaglianza ed equità. Ma soprattutto tenere in considerazione i bisogni dei giovani e renderli protagonisti. Sono questi i temi dell’intervento di Anna Maria Palmieri, psicologa-psicoterapeuta della Fondazione Di Liegro al workshop “La Comunità Educante ai tempi del coronavirus. Analisi, riflessioni, idee e proposte per la creazione di una Comunità Educante Smart”, organizzato dal progetto “Libera il futuro”.

Per combattere la povertà educativa, il Terzo Settore può contribuire nell’aiutare la scuola, unendo le forze. Questo non significa delegare ruoli e funzioni, ma valorizzare i punti di forza di ognuno e capire il contributo che ogni ente può dare per un percorso, un progetto comune come “Libera il futuro”.

Un altro aspetto fondamentale è quello di affiancare alla formazione anche attività di informazione, che è un tratto distintivo della Fondazione Di Liegro. Le diverse agenzie educative devono impegnarsi su entrambi i fronti, come agenzie di formazione e informazione, che favoriscono sia modalità di apprendimento formali che non formali. Può accadere all’interno dei centri di aggregazione giovanile o nei corsi di formazione, dove è possibile sperimentare percorsi diversi rispetto alle istituzioni o affiancarle per creare dei movimenti generativi.

Allo stesso tempo, è importante distinguere fra “uguaglianza” ed “equità”. L’uguaglianza prevede che tutti siano trattati allo stesso modo, che tutti abbiano le stesse cose: nel caso della Didattica a distanza significa fornire una buona connessione e un computer valido a tutti. Equità significa invece dare le stesse opportunità. Se andiamo all’etimologia della parola “crisi” (dal greco “krino”: separare, discernere, giudicare), vediamo che la crisi causata dal Coronavirus ci offre l’opportunità di valutare e fare nuove scelte, insomma di cogliere un’opportunità. Per questo, bisogna tenere presenti i bisogni dei giovani. Equità, quindi, vuol dire anche considerare che le traiettorie evolutive degli adolescenti non sono tutte uguali, quindi fare attenzione a che con la Didattica a distanza, davanti a un monitor, non si perdano. Bisogna far sì che ogni ragazzo possa trovare il proprio canale educativo per esprimersi.

Basti pensare alla tecnologia. Accanto ai nativi digitali troviamo gli immigrati digitali, quelli nati prima del ’95. Durante l’emergenza COVID-19 questa disparità di conoscenze informatiche è emersa chiaramente e, in molti casi, sono stati gli studenti a insegnare ai propri docenti come utilizzare le piattaforme. Si è trattato di un momento importante dal punto di vista educativo, perché permette ai ragazzi di veder riconosciuta una propria competenza in percorsi di formazione reciproca e di essere presi sul serio. La nostra esperienza con la Fondazione Di Liegro, con i progetti di alfabetizzazione emotiva e peer education, ci dice che uno dei bisogni principali dei ragazzi è proprio questo: essere presi sul serio.

L’esperienza ci dice infatti che è difficile coinvolgere i ragazzi nei progetti. Nell’adolescenza cambiano i punti di riferimento, gli interlocutori privilegiati del loro dialogo non sono più famiglia e scuola, ma il gruppo. Ecco perché è necessario scegliere metodologie diverse (come peer education e youth worker, per far lavorare i giovani su una serie di competenze. Alla povertà educativa non deve affiancarsi la povertà emotiva. Sappiamo che l’apprendimento va a braccetto con l’emozione e che le emozioni sostengono l’apprendimento: bisogna quindi sostenere le competenze emotive e sociali,. Una complessità che la Scuola è chiamata a tenere presente. Lavorare insieme, unire le forze per affrontare queste complessità è la strada da seguire.

#Liberailfuturo è un progetto triennale, a cui partecipa anche la Fondazione Di Liegro, dedicato agli studenti romani, tra gli 11 ed i 17 anni, di cinque Municipi della Capitale (I, VII, VIII, XI, XIV e XV), in cui si manifestano forme di disagio giovanile, come abbandono degli studi, microcriminalità e vandalismo. Obiettivo di #Liberailfuturo è quello di ridurre la minaccia dell’isolamento e della marginalità sociale. Con l’auspicio, una volta concluso il progetto, di aver creato un tessuto relazionale di vicinato in grado di sostenere una formazione identitaria delle nuove generazioni (welfare comunitario) e di restituire ai ragazzi il valore della solidarietà e della partecipazione attiva alla vita civile.

Il sito del progetto

Dipendenze da sostanze e dipendenze comportamentali patologiche nei giovani rappresentano un’emergenza sociale. La diffusione e il consumo di droghe sempre nuove, ma anche l’abuso di internet o della televisione, il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo o alcuni disturbi del comportamento alimentare (solo per fare alcuni esempi) richiedono azioni di informazione e formazione per famiglie, operatori sociosanitari, educatori e cittadinanza, in grado di prevenire il disagio.

Da anni la Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Onlus è impegnata nel campo della salute mentale e collabora con i Servizi sanitari e sociali di Roma e del Lazio per promuovere percorsi di recovery e inclusione sociale per le persone con disagio psichico e le loro famiglie. Questo impegno si è focalizzato nel tempo sul disagio giovanile, con corsi di formazione tematici, progetti di alfabetizzazione emotiva, percorsi di peer education nelle scuole, attività di ricerca.

La Fondazione Di Liegro e l’Associazione Osservatorio sulle dipendenze hanno firmato un protocollo d'intesa finalizzato al potenziamento delle loro attività, che si svolgeranno presso la sede della Fondazione.

La collaborazione prevede azioni di informazione e di promozione della salute mentale mediante progetti di formazione; iniziative culturali e di socializzazione, organizzazione di mostre, seminari, convegni, proiezioni, dibattiti e corsi; attività di ricerca e raccolta dati riguardanti l’uso/abuso di sostanze e i comportamenti di dipendenza, al fine di pubblicazioni scientifiche divulgative sull’argomento.

“L’interazione con la Fondazione Di Liegro – ha spiegato il presidente dell’Osservatorio sulle dipendenze, Alessandro E. Vento – ci aiuta a consolidare la rete dei rapporti istituzionali. Abbiamo firmato l’intesa anche per l’autorevolezza e la serietà dei contenuti portati avanti dalla Fondazione e le loro importanti iniziative aperte a utenti dei servizi di salute mentale, ai loro familiari e alle persone della società civile”.

“La salute mentale nella fascia d’età giovanile, momento cruciale dello sviluppo e per l’insorgere di eventuali difficoltà nello sviluppo emotivo, è un tema di grande rilevanza – ha commentato Luigina Di Liegro, segretario generale della Fondazione – E rende necessario agire in termini di informazione, protezione e prevenzione del disagio. Per questo, contribuiamo con determinazione  al perfezionamento del NPS Finder ideato dall’Osservatorio sulle dipendenze.

Ascolto, orientamento e informazione per i
Problemi di
Salute Mentale
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