Anche quest’anno da oltre venti anni, il 12 ottobre, nella Basilica dei Santi XII Apostoli, si celebra una Santa Messa in memoria di Don Luigi Di Liegro, scomparso nel 1997, al San Raffaele di Milano, a 69 anni. Quest’anno la celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo Giampiero Palmieri, Vicegerente della Diocesi di Roma e animata dai musicisti della Chiesa San Patrick, alla quale hanno partecipato tante persone: giovani e anziani, amici e conoscenti, rappresentanti di associazioni e religiosi, ed è stata l’occasione per ricordare il “prete dei poveri”, o “della carità”, così come veniva spesso chiamato Don Luigi.
Nell’Omelia monsignor Palmieri ha richiamato tra l’altro, con grande efficacia, un aspetto della vita di Don Luigi, l’esperienza in Belgio. Era il 1958, era un giovane sacerdote trentenne, desideroso di conoscere dal vivo le condizioni degli emigranti italiani che lavoravano nelle miniere di carbone, e questo fu un insegnamento significativo e decisivo per il percorso pastorale del futuro Direttore della Caritas romana, che si completò con la conoscenza della JOC (la Gioventù Operaia Cristiana) e del suo fondatore. il belga monsignor Joseph Leon Cardijn, nominato Cardinale nel Concistoro del 1965 proprio per l’impegno nella JOC ormai diffusasi in tutto il mondo.
Inoltre la figura del “grande prete romano” è stata ricordata al termine della celebrazione eucaristica da Alessandro Romelli, ex segretario generale della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro, che ha ripercorso i momenti e gli atti salienti dell’impegno pastorale del sacerdote, che ha insegnato a essere operatori di giustizia e di carità, e ad essere capaci di affrontare concretamente i problemi per costruire il bene comune.
La Rai sulla Terza Rete, ha ricordato la figura di Don Luigi Di Liegro, nella trasmissione Blob, nel giorno della scomparsa con un video in memoria e le testimonianze di Don Luigi Ciotti, Fondatore di Libera, Sergio Zavoli, giornalista e ex Presidente della Rai, e il Vescovo Ausiliario di Roma e già Direttore della Caritas romana, Guerino Di Tora, ove Don Di Liegro viene intervistato sulla questione dello sgombero della Pantanella del 1991.
Ecco perché ricordare il ”prete della carità” e interrogarsi sulla sua testimonianza pastorale è sempre un aiuto per chi si impegna per superare le diseguaglianze, sempre più presenti nella realtà romana. Nelle vicende che la vita riserva a ciascuno di noi, esistono situazioni complesse, come l’incertezza e la paura del futuro, il degrado morale e un diffuso disagio sociale, e di fronte a nuove povertà, conoscere la figura di Don Luigi Di Liegro può aiutarci a capire come superare le difficoltà che, tante persone, uomini e donne, incontrano quotidianamente.
Il “pensare” sul come riuscì ad affrontare le questioni, che ancora oggi rappresentano motivo di tensione nelle grandi comunità urbane, e Roma è un esempio, significa parlare di immigrati, di barboni, di senza fissa dimora, di ammalati terminali di Aids, di usurati, di disoccupati e oggi si sono aggiunti coloro ai quali la pandemia ha cambiato radicalmente le condizioni di vita. Si tratta di persone indubbiamente fragili, sulle quali Di Liegro nel suo impegno pastorale e caritatevole, profuse le sue energie per trovare soluzioni, ridando speranza e dignità a coloro che sono considerati gli ultimi, e come li chiama Papa Francesco, gli scartati della società.
“L’impegno cristiano e la territorialità” nel Convegno Diocesano del febbraio 1974, definito comunemente “il convegno sui mali di Roma”, furono i temi fondamentali affrontati da oltre 5.000 partecipanti e circa 550 interventi, coinvolgendo tutta la comunità romana, ove Don Di Liegro fu protagonista e animatore favorendo successivamente la nascita della Caritas Diocesana di Roma di cui fu fondatore e primo direttore. Non è un caso che la Caritas romana, in oltre 40 anni di vita, sia considerata un pilastro fondamentale nella Capitale per l’aiuto ai meno fortunati.
In questo senso la testimonianza e l’azione sacerdotale di Don Luigi Di Liegro, ispirata da grandi sentimenti evangelici, nei confronti di coloro che si trovavano nel bisogno e nella sofferenza, divenne esempio non solo nella comunità cristiana, ma nella società civile, nelle istituzioni, nelle forze sociali e culturali. Ecco perché facciamo memoria: è stato “il prete della carità”, un esempio che vive nel ricordo e nelle opere di chi lo ha conosciuto e di chi ne ha sentito parlare.
In questo periodo un gruppo di amici del fondatore della Caritas di Roma, tra cui alcuni provenienti dalla Parrocchia di San Leone I al Prenestino, ritengono giusto avviare una raccolta di testimonianze su Don Luigi Di Liegro, e se possibile ipotizzare la procedura canonica delle Cause dei Santi.
Infine è doveroso ricordare che il 16 ottobre 1928 nasceva a Gaeta, Don Luigi, viene spontaneo ricordare il suo 93° compleanno, perché il suo spirito è sempre nel cuore di tante persone e il suo insegnamento è di grande attualità, anche nei momenti che sembrano privi di speranza.
Luciano Di Pietrantonio