Sono 17 milioni, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), gli italiani con disturbi mentali.
Di questi, solo il 25% accede ai servizi pubblici di salute mentale. Sempre secondo l'Oms, l'Italia dispone di 5,98 psichiatri e 3,8 psicologi ogni 100 mila abitanti, a fronte di 830 mila utenti con difficoltà di tipo psichiatrico. Questo si traduce in un deficit di personale, nell'ambito del sistema della salute mentale, che varia dal 25% al 75%.
Una condizione di criticità che è stata ulteriormente aggravata dalla pandemia, se si pensa che la metà della popolazione denuncia uno stress crescente e il 16,5 per cento manifesta sintomi di depressione (dai Fondazione Italia in salute).
Prendendo spunto da questi e altri dati, e sulla scia della mozione presentata dalla maggioranza e approvata dalla Camera dei deputati, anche un gruppo di deputati della minoranza ha presentato una mozione che impegna il governo su un corposo elenco (27 punti) di attività tutte volte a un profondo miglioramento del sistema dei servizi pubblici di salute mentale.
Tra i primi punti della mozione, spiccano la definizione urgente di un Piano nazionale per la tutela della salute mentale
e la promozione del benessere psicologico; l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, con l'inserimento nella griglia strumenti per valutare anche i percorsi di salute mentale sul territorio, e non solo in ospedale, e garantendo una reale differenziazione nella prestazione delle cure e dei modelli di intervento. Sono previste, ancora, iniziative per aumentare la quota di spesa per i dipartimenti di salute mentale, ferma da oltre 20 anni al 3,5 per cento del Fondo sanitario regionale, cioè a poco più 4 miliardi di euro, e azioni volte a rilanciare i servizi di tutela della salute mentale e del benessere psicologico, favorendo una rete territoriale per integrare le offerte pubbliche e le proposte del cosiddetto privato e privato
sociale.
I deputati firmatari della mozione sottolineano poi la necessità di individuare standard uniformi qualitativi, tecnologici e organizzativi della rete dei centri di salute mentale e potenziare la dotazione di personale specialistico nell'ambito della salute mentale. Non mancano l'attenzione al potenziamento e all'efficientamento delle reti territoriali, in chiave di integrazione sia tra pubblico, privato e privato-convenzionato che con la rete dei servizi socio-sanitari, e alla promozione della casa come primo luogo di cura. Uno spazio specifico viene dedicato all'età evolutiva con la richiesta di prevedere la figura dello psicologo all'interno dei reparti di pediatria e neonatologia degli ospedali del Servizio sanitario nazionale; di riconoscere alle famiglie con figli minori di anni 18 a carico un voucher destinato a favorire l'accesso ai servizi psicologici e psicoterapeutici alle fasce più vulnerabili della popolazione; di introdurre la figura dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado e, infine, di garantire l'incremento del numero di posti letto nei servizi pubblici per la salute mentale e nei reparti di neuropsichiatria infantile. L'obiettivo degli impegni chiesti al governo dai deputati è, in conclusione, riconoscere a tutti i cittadini il diritto alla salute psicologica.
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