Tutti siamo in una comunità, quando costruiamo relazioni in uno stesso spazio e per un determinato periodo di tempo. Proprio dal concetto di comunità bisognerebbe partire anche quando si parla di volontariato e delle conseguenze della pandemia.
È questo il tema del primo appuntamento del corso di formazione “Volontari e famiglie in rete per la salute mentale”, dal titolo “Volontariato e comunità, ripartire dalla crisi”, in programma sabato 3 ottobre 2020, alle ore 10.30, con Andrea Volterrani, sociologo, ricercatore e docente all’Università di Roma Tor Vergata.
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Il professor Volterrani, che si occupa di ricerca, formazione e consulenze sulle politiche sociali, terzo settore, comunicazione sociale, valutazione del valore sociale aggiunto e di impatto del terzo settore, nuove forme della mutualità e della sussidiarietà e comunità resilienti, è autore di numerose pubblicazioni, tra cui (con Paola Tola e Andrea Bilotti) Il gusto del volontariato. Per Volterrani, il volontariato deve essere piacere e non dovere o sofferenza, piuttosto un’opera distintiva e non la gratificazione dell’aver dato aiuto.
Per questo, è necessario un cambio di mentalità, cercando di far crescere il capitale sociale all’interno di una comunità, emanciparla e, solo in un secondo momento, cercare il sostegno economico ai progetti. Un rovesciamento della prassi comune, insomma, in cui si dovrebbe prima emancipare la comunità e poi costruire i servizi, fornendole gli strumenti necessari.
Nel corso dell’incontro “Volontariato e comunità, ripartire dalla crisi”, Andrea Volterrani affronterà anche il tema dell’utilizzo dei media digitali per aumentare l'inclusione nelle comunità. Non possiamo ignorare gli strumenti tecnologici, ma possiamo usarli all’opposto dell’abituale individualizzazione, per fare inclusione sociale e immaginare spazi alternativi per comunità digitali intelligenti e consapevoli.
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