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Sansepolcro, 7 Dicembre 1996

Io ho partecipato volentieri a questa manifestazione perché credo che ne usciremo fuori con un incoraggiamento ad essere operatori di pace e a saper apprezzare il sacrificio che molti fanno per essere nella vita di tutti i giorni, operatori di solidarietà e giustizia. Il significato di questa celebrazione è un po’ quello di esaltare alcune figure che, certamente, non hanno solo parlato, ma soprattutto hanno dato la propria vita per la realizzazione di questo ideale altissimo, quale è quello della pace. Ideale altissimo, ma anche abbastanza evanescente: reputo che lavorare per la pace significhi innanzitutto, fare alcune prese di coscienza, prendere impegni che ci portano a saper, giorno per giorno, in tutti gli avvenimenti che ci toccano, o ci colpiscono, discernere un appello alla pace, inteso come diritto ma anche come dovere. Una presa di coscienza che ci porta anche a vedere non tanto teoricamente, (non perché non sono amante della teoria), ma concretamente i rapporti, l’interdipendenza che c’è tra noi e i fenomeni dell’ingiustizia, della disuguaglianza. Fenomeni, questi, che ci portano a verificare la situazione di non-pace che c’è nella nostra società e nel mondo.

Prendere coscienza della stretta dipendenza che c’è tra noi e gli altri significa capire che la pace dipende da tutti e certamente, che non si fa la pace con gli slogans. Dobbiamo saper promuovere una cultura di pace che dipenda dal discernimento della storia che noi stiamo vivendo. Significa cioè entrare negli avvenimenti della storia, di quest’epoca per poter vedere responsabilità in senso negativo e positivo. Responsabilità che ci toccano direttamente e, da questa presa di coscienza, da questo discernimento, nasce la cultura della pace, cioè la cultura del dialogo, la cultura dei rapporti. Non è la cultura classica, fatta di  nozioni o di tesi, che pure serve a far crescere in noi sensibilità, ma quella conoscenza di esperienze storiche e di un patrimonio storico che diventa per tutti un punto di riferimento. Basta passare qualche ora qui a Sansepolcro per vedere come questo patrimonio culturale e storico che si legge in questa città, sia essenziale per poter favorire una cultura umanistica, sull’Uomo. Dobbiamo però anche tener conto che siamo noi in prima persona a essere i fautori e i promotori di una cultura. Intendo questo come base per poter fare della nostra vita, una vita che si dedichi nel modo più radicale possibile, al servizio degli altri. Io credo che la pace non ci sia ancora, perché non c’è questa cultura del saper vedere nell’altro, non un nemico, un avversario, una persona da abbattere, ma la stessa dignità che io difendo in me stesso, vederci i miei stessi diritti. Si è parlato prima di questa grossa assemblea organizzata dall’ONU a Roma. Qui si era immaginato di definire come un diritto, il mangiare: uso questa parola perché c’è gente che non può mangiare, forse anche nei nostri paesi, nelle nostre città, sempre di più a Roma per esempio. Gli americani non sono stati d’accordo a definire il mangiare, l’alimentarsi un diritto dell’Uomo. Allora voglio dire che probabilmente il nostro impegno che nasce questa sera, e oggi viene alimentato e incoraggiato, è proprio questo prendere coscienza che l’Altro diverso da me ha gli stessi diritti che io ho: il diritto al lavoro, al rispetto, all’integrazione e direi, alla cultura, il diritto al rispetto della sua identità culturale, religiosa, sociale. Ci siamo dimenticati in questo che anche la Costituzione faceva del riconoscimento dei diritti un impegno per la garanzia dei diritti stessi.

Mi pare che in parlamento alcuni stiano lavorando per evitare di continuare a dichiarare che il lavoro sia un diritto di tutti, che la cultura sia un diritto di tutti: qualcuno sostiene che la Costituzione non può continuare a dichiararlo. Sappiamo che anche se enunciati, molti diritti sono quotidianamente violati. Sempre meno la politica è disponibile a garantire i diritti che sono scritti. Ma forse questi diritti sono scritti troppo in alto per evitare di sbatterci la testa e direi che ogni giorno noi dovremmo sbattere la testa là dove questi diritti fondamentali non solo, non sono garantiti ma, addirittura, si vuole rinunciare a riconoscerli per il futuro. Penso che esistano esempi concreti dove serve l’impegno di diffondere la cultura della pace: non mi riferisco solo all’immigrazione nel nostro Paese che porta tra noi differenze culturali, religiose, identità diverse che sono anche ricchezza culturale. Se prendiamo coscienza di questa ricchezza possiamo sconfiggere la paura che è il contrario della pace. Perché la paura fomenta la violenza. Siamo operatori di pace: ma cos’è che è avvenuto al Senato e poi in Parlamento dopo la dichiarazione o la promessa di regolarizzare 240.000 immigrati che avevano fatto domanda, cioè la proposta di vacatio legis che sarebbe stata la vergogna dello Stato Italiano nei confronti di tanti Paesi considerati in via di sviluppo? Siamo lontani dall’essere promotori di pace quando parliamo di queste diversità se ci provocano cambiamenti di mentalità. Nel nostro paese ho visto tanta gente che dice di appartenere alla cultura di sinistra e che poi su questo argomento dell’immigrazione si sbracano e allora, non si sa più cos’è la cultura della sinistra e non si riesce a capire nemmeno più che significa fede. Quando l’altro diverso da me non viene accettato, allora non posso continuare a dire che voglio la pace. Laddove le differenze sociali e soprattutto le differenze culturali, etniche, religiose non vengono accettate come una ricchezza, causano una provocazione alla solidarietà, un impegno di partecipazione al bene comune che è sempre il bene di ciascuno e di tutti. Ed io ritorno a Roma incoraggiato dalla testimonianza che oggi viene premiata nel senso più nobile della parola, perché credo che siamo più premiati noi che assistiamo a questa celebrazione di consegna di un premio, di quanti lo ricevono. Perché questa consegna di un premio non ha niente di retorico: ha semplicemente la motivazione di dire che ci vogliono testimoni come loro, per fare del mondo un mondo più pacifico, cioè più giusto e più solidale.

Don Luigi Di Liegro

Roma, 12 ottobre 2023 - si ricorda la scomparsa del nostro don Luigi, avvenuta 26 anni fa. In questa occasione si è tenuta la SS Messa sua in memoria, concelebrata dal vicegerente della diocesi di Roma Baldo Reina, dai vescovi ausiliari Benoni Ambarus – già direttore della Caritas diocesana, ora delegato per la Carità – e Riccardo Lamba – delegato alla Chiesa ospitale e in uscita -, ha partecipato anche l’attuale direttore della Caritas di Roma Giustino Trincia.

Hai tempo fino alle 14 di giovedì 28 settembre per presentare la tua domanda per il Servizio Civile Digitale 2023.

Sei un giovane tra i 18 e i 29 anni non ancora compiuti e ti piace comunicare e relazionarti con gli altri? Sei interessato a sviluppare empatia e capacità di ascolto nel contesto del benessere psicosociale? Vuoi migliorare le tue competenze nell'uso degli strumenti digitali? Unisciti alla nostra squadra e aiutaci a realizzare progetti concreti!

L'importanza degli strumenti digitali è ormai nota e diffusa, tuttavia ci sono fasce della popolazione che ancora non hanno le capacità e la possibilità di usufruirne o di rafforzare queste competenze. Aiutaci anche tu ad agevolare l'accesso al futuro, a rendere le conoscenze e gli strumenti digitali sempre più accessibili a tutti.

Il Servizio Civile Universale presso la Fondazione Di Liegro può rappresentare una significativa esperienza educativa e formativa, un’occasione per accrescere il proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, assicurando, al tempo stesso, un riconoscimento economico. I ragazzi che vorranno fare questa esperienza di Servizio Civile saranno prima formati, acquisendo così le conoscenze poi passeranno agli altri ragazzi.

Il Servizio Civile Universale presso la Fondazione Di Liegro offre un'esperienza educativa e formativa significativa, un'opportunità per ampliare le proprie conoscenze e acquisire competenze utili per il futuro lavorativo. I volontari riceveranno una formazione completa, generale e specifica, prima di lavorare con altri giovani.

Per tutti i volontari ci sarà un rimborso spese mensile pari a 507,30 € per 12 mesi, inoltre dal 22/06/2023 è prevista la riserva obbligatoria dei 15% dei posti disponibili nei concorsi pubblici per chi ha svolto il Servizio Civile.

Posti disponibili: 6

>>> Per informazioni chiama lo 06.6792669 o scrivi a segreteria@fondazionediliegro.it


“Accogliere per innovare 2” - Codice Progetto PTXSU0011223020039NMTX – Codice sede 156102
Scarica la scheda progetto

“Accogliere per integrare 2” – Codice Progetto PTXSU0011223020040NMTX) – Codice sede 156102
Scarica la scheda progetto

Bando progetti servizio civile digitale
Scarica il bando emesso dal DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE GIOVANILI E IL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE

Per saperne di più sul Servizio Civile Universale:
Home - Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale

Per consultare la banca dati dei progetti:
Home - Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale - Scegli il Tuo progetto.

Alcune informazioni utili


Requisiti di partecipazione al Bando per il Servizio Civile Universale

Possono partecipare alle selezioni i giovani che, alla data della presentazione della domanda, abbiano compiuto il diciottesimo e non superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni).
Si ricorda che i giovani che hanno già svolto il servizio civile nazionale o universale non possono presentare istanze di partecipazione, fermo restando quanto indicato all’articolo 3 del presente bando.

La formazione del volontario

Il volontario avrà un periodo di formazione sia generale che specifica per essere in  grado di svolgere i compiti a lui assegnati. L'Ente Terzo, Società Nomina Srl, fornirà un servizio di riconoscimento e certificazione delle competenze acquisite durante il Servizio Civile Universale.

Come presentare la domanda

Gli aspiranti operatori volontari dovranno presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it. Le domande di partecipazione devono essere presentate entro e non oltre le ore 14:00 del giorno 28 Settembre 2023.

Scade venerdì 20 febbraio 2023 alle ore 14 il termine per presentare la domanda per il Servizio Civile Universale.

Se hai tra i 18 e i 29 anni non compiuti e hai voglia di dedicare parte del tempo alla tua comunità, il Servizio Civile Universale presso la Fondazione Di Liegro può rappresentare una significativa esperienza educativa e formativa.
Un’opportunità per impegnarsi alla cittadinanza attiva, un’occasione per accrescere il proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, assicurando, al tempo stesso, un riconoscimento economico.

Cerchiamo giovani che amino la comunicazione e la relazione, che vogliano fare squadra per un progetto concreto, che siano interessati all’empatia e all’ascolto, in particolare nell’ambito del benessere psicosociale.

I volontari del Servizio Civile presso la Fondazione Di Liegro contribuiranno all’organizzazione, al supporto e alla comunicazione delle attività formative rivolte a cittadini, volontari e familiari, del Servizio telefonico di Ascolto e Orientamento, e a quelle dei Gruppi di auto aiuto per il sostegno alle famiglie di persone con disagio psichico e dei laboratori di socializzazione e arte terapia.

Scopri i progetti della Fondazione Di Liegro, che rientrano nel programma della ASL RM2 per cui è possibile candidarsi: clicca qui

“Dalla solitudine all’inclusione 3” - Codice Progetto PTXSU0011222010663NMTX
Scarica la scheda progetto

“Il colore della Luna 3” – Codice Progetto PTCSU0011222010665NMTX) – Codice sede 156102
Scarica la scheda progetto

>>> Per informazioni chiama lo 06.6792669 o scrivi a segreteria@fondazionediliegro.it

Per saperne di più sul Servizio Civile Universale: https://www.politichegiovanili.gov.it/comunicazione/news/2022/12/bando-ordinario-2022/

Per consultare la banca dati dei progetti: https://www.politichegiovanili.gov.it/servizio-civile/bandi-e-avvisi-di-servizio-civile/bandi-di-selezione-volontari/scegli-il-tuo-progetto/?bando=91527&gazzetta=62&estero=0

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Requisiti di partecipazione al Bando per il Servizio Civile Universale

Possono partecipare alle selezioni i giovani che, alla data della presentazione della domanda, abbiano compiuto il diciottesimo e non superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni).
Si ricorda che i giovani che hanno già svolto il servizio civile nazionale o universale non possono presentare istanze di partecipazione, fermo restando quanto indicato all’articolo 3 del presente bando.

Come presentare la domanda

Per poter partecipare alla selezione occorre individuare il progetto di SCU su cui essere impegnati.
Per accedere all'elenco dei progetti di SCU in Italia e all'estero occorre utilizzare il motore di ricerca "Scegli il tuo progetto in Italia". Cliccando il tasto CERCA (senza effettuare una scelta negli altri campi proposti) si ottiene l’elenco completo di tutti i progetti. Per effettuare una ricerca mirata di un progetto è possibile selezionare i valori delle voci che interessano. Nella pagina di dettaglio del progetto viene visualizzato anche il numero delle domande pervenute per quella sede; questo dato è aggiornato al giorno precedente la visualizzazione.

Gli aspiranti operatori volontari dovranno presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it. Le domande di partecipazione devono essere presentate entro e non oltre le ore 14.00 del 20 febbraio 2023.

Per accedere ai servizi di compilazione e presentazione domanda occorre che il candidato sia riconosciuto dal sistema DOL

1 - I cittadini italiani residenti in Italia o all’estero possono accedervi esclusivamente con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). Sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid sono disponibili tutte le informazioni su cosa è SPID, quali servizi offre e come si richiede. Per accedere alla piattaforma DOL occorrono credenziali SPID di livello di sicurezza 2.

2 - I cittadini di Paesi appartenenti all’Unione europea e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, qualora non avessero la disponibilità di acquisire lo SPID, potranno accedere ai servizi della piattaforma DOL attraverso apposite credenziali da richiedere al Dipartimento, secondo la procedura disponibile sulla home page della piattaforma stessa.

Gli operatori volontari selezionati sottoscrivono con il Dipartimento un contratto che fissa, tra l’altro, l’importo dell’assegno mensile per lo svolgimento del servizio in € 444,30 che potrebbe essere incrementato sulla base della variazione, accertata dall’ISTAT.

Link Utili:
Pagina ufficiale con video-Spot

SOS Famiglie: nuovi bisogni e risorse in salute mentale

“Le situazioni di squilibrio sociale, le aree di emarginazione e desolazione urbana, rappresentano una minaccia permanente per la pace. Lo stesso disagio di molti giovani e adolescenti, i più colpiti da una disgregazione sociale e familiare, costituiscono già oggi una sorta di polveriera che minaccia la nostra convivenza urbana.”
Don Luigi Di Liegro

Adoperarsi per la tutela della salute mentale della Comunità rappresenta un obiettivo complesso che non può realizzarsi solo con il miglioramento di norme, valori e pratiche sociali, ma che richiede anche azioni che facciano conoscere e creino partecipazione alla condizione di “disagio mentale” che, per timore, troppo frequentemente si ha difficoltà ad accettare.
L’intervento formativo: “SOS Famiglie: nuovi bisogni e risorse in salute mentale” evidenzia alcune delle possibili azioni di tutela da mettere in atto, così come emerge dall’analisi delle realtà familiari, di quelle scolastiche e dei servizi pubblici dedicati a questa tematica. La responsabilità di contribuire all’equilibrato sviluppo mentale dei membri di una Comunità è affidata in primo luogo alle famiglie e ai genitori che con i loro comportamenti supportano la salute mentale e fisica dei figli. È necessario poi che le Istituzioni pongano la salute mentale quale una delle priorità di investimento per l’attuazione di politiche che favoriscano lo sviluppo di una Società inclusiva, libera da discriminazioni e violenze. Dal canto suo la Scuola deve essere pronta ad individuare, sin da subito, le azioni da attuare in caso di valutazioni di disagio dei bambini-adolescenti. Da ultimo, ma non di minore importanza, la cittadinanza deve riuscire a contribuire con il volontariato all’accoglienza e all’inclusione delle persone più fragili.

Corso di formazione volontari della Fondazione Di Liegro

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Programma

Le lezioni del sabato

(orario 9.30 - 12.30)

PRIMO INCONTRO – 04/02/2023

La famiglia ieri e oggi: nuovi bisogni in salute mentale

Luigina Di Liegro, Segretario Generale Fondazione Di Liegro

Luca Salmieri, Docente di Sociologia, Sapienza Università di Roma

Rita Potena, Psichiatra, ex responsabile TMSREE ASLRM2

SECONDO INCONTRO -18/02/2023

Salute mentale: rapporto dei giovani e famiglie con i servizi pubblici

Giuseppe Ducci, Direttore Dipartimento Salute Mentale ASLRM1

Laura Anelli, Ginecologa e Responsabile Consultori ASLRM1

TERZO INCONTRO - 25/02/2023

Strumenti per il sostegno alla genitorialità e benessere familiare

Pierluca Zuppi, Psichiatra

Paolo Paolotti, Psichiatra, Psicoterapeuta e Segretario regionale S.I.R.P. Lazio

QUARTO INCONTRO - 04/03/2023

Comportamenti a rischio: la gestione delle dipendenze in famiglia

Alessandro Vento, Psichiatra, Psicoterapeuta CSM ASL Roma2 e Responsabile Osservatorio sulle Dipendenze

QUINTO INCONTRO - 11/03/2023

Scuola e Famiglia: definizione di obiettivi e risorse  in salute mentale

Gianluigi Di Cesare, Psichiatra, Responsabile U.O.C. Prevenzione Interventi Precoci Salute Mentale ASL Roma1

Tiziana Sallusti, Dirigente Scolastico Liceo Classico Terenzio Mamiani

SESTO INCONTRO - 18/03/2023

Empatia e tecniche di comunicazione a sostegno della famiglia

Josè Mannu, Psichiatra e Psicoterapeuta

SETTIMO INCONTRO - 25/03/2023

Volontariato e salute mentale: la relazione come risorsa

Michele Di Nunzio, Psichiatra e Psicoterapeuta ASLRoma1

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Grande partecipazione all'evento di ieri presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma all'incontro "Dalla pandemia alla guerra: emarginazione fisica ed emotiva. L'impatto sul territorio raccontato dai media", che ha visto susseguirsi personaggi di spicco sulla scena attuale, esperti del settore e professionisti in salute mentale.

Le criticità generate dagli anni della pandemia e le difficoltà del quadro economico legate al conflitto in Ucraina hanno riportato in primo piano il tema della salute mentale e dell'isolamento, che ha colpito soprattutto i giovani. Molti i temi affrontati e i fattori di rischio evidenziati a vari livelli all'interno di un confronto multidisciplinare e stimolante per relatori e ascoltatori.

L'evento è stato possibile grazie al finanziamento di LazioCrea, Regione Lazio, su Avviso pubblico dedicato ai Comuni del Lazio e agli Enti privati per le iniziative culturali e sociali e turistiche nel territorio della Regione Lazio Interventi LAZIOCrea Spa Annualita 2022.

Rivivi l'intero convegno di seguito

"Dalla pandemia alla guerra: emarginazione fisica ed emotiva. L’impatto sul territorio raccontato dai media” 1°dicembre 2022 ore 15.30, Pontificia Università Gregoriana Piazza della Pilotta 4 - Roma

La pandemia prima, la guerra in Ucraina ora. Dalle relazioni sociali alla salute, dallo squilibrio emotivo all’emergenza umanitaria ed economica, continuiamo ad assistendo a una profonda trasformazione della società per come sino ad oggi l’abbiamo conosciuta. Ma non ne riusciamo a definire ancora gli impatti sulle persone, mentre siamo passati da un’emergenza sanitaria a una umanitaria. Eventi drammatici che hanno portato a nuove e pesanti conseguenze sociali, di cui spesso riusciamo solo a intuire i contorni.

Cosa sarà delle decine di migliaia di cittadini ucraini che hanno cercato accoglienza presso i propri parenti in Italia? Qual è lo stato di salute mentale di bambini e adolescenti, appena usciti da due anni di didattica a distanza, di socialità ridotta, di fronte al significato e agli effetti della parola “guerra” e della morte, entrate improvvisamente nel quotidiano di ognuno? Come stiamo reagendo al bombardamento dell’“infodemia”, prima sanitaria e poi bellica, cioè quella quantità eccessiva di informazioni, talvolta non accurate, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento? Quali conseguenze ha avuto l’isolamento del lockdown sugli emarginati e quali l’aumento del costo dei beni di consumo sui nuovi poveri? Quali sono le iniziative politiche da adottare perché nessuno rimanga indietro?

Sono alcune delle domande cui vogliamo rispondere con il convegno al quale parteciperanno, giornalisti, psichiatri e personaggi delle istituzioni: Alessio D’Amato, Assessore alla Sanità e integrazione socio sanitario, Prof. Giuseppe Carlo Ricciardi Università di Pavia, Dott. Alessandro Vento Osservatorio sulle dipendenze e sui disturbi psichici sottosoglia, Prof.ssa Elisa Giomi Associata in Sociologia dei processi culturali e comunicativi -Università degli Studi Roma Tre, Preside Tiziana Sallusti Dirigente Scolastico Liceo Statale Terenzio Mamiani di Roma, Dott. Pierfrancesco Demilito Responsabile Comunicazione Protezione Civile.

Nel corso dell’evento sarà assegnato il “Premio Don Luigi Di Liegro per il giornalismo e la ricerca sociale”.
Il Premio “Premio Don Luigi Di Liegro per il giornalismo e la ricerca sociale” intende dare un riconoscimento a giornalisti, scrittori e ricercatori che abbiano raccontato e descritto il mutamento della realtà sociale. Persone che abbiano manifestato, con le loro opere, il desiderio di fare al meglio il proprio lavoro e, insieme, una carica etica genuina e appassionata, lontana dall’ideologia, ma anche dal cinismo. Persone, che sappiano individuare e descrivere aspetti della realtà poco rappresentati – e in particolar modo i luoghi di confine, le zone d’ombra, le contraddizioni e i margini della realtà sociale, tanto più importante alla luce degli eventi attuali. Una riflessione che può rivelarsi utile soprattutto per le istituzioni che devono rispondere alle esigenze sociali.
Il premio intende riconoscere il lavoro di chi ha come primo interlocutore il lettore, il telespettatore, il radioascoltatore, ovvero quel cittadino che ha un crescente bisogno di democrazia, di servizi, di cultura, di autentica conoscenza dei fatti.

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✅𝐓𝐄𝐌𝐈 𝐄 𝐑𝐀𝐋𝐀𝐓𝐎𝐑𝐈

“Fattori di rischio di psicopatologia. Disturbi della regolazione emotiva e sociale”.
𝐷𝑜𝑡𝑡. 𝐴𝑙𝑒𝑠𝑠𝑎𝑛𝑑𝑟𝑜 𝑉𝑒𝑛𝑡𝑜 - 𝑂𝑠𝑠𝑒𝑟𝑣𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑒 𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑒 𝑠𝑢𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑢𝑟𝑏𝑖 𝑝𝑠𝑖𝑐ℎ𝑖𝑐𝑖 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑠𝑜𝑔𝑙𝑖𝑎.

“Effetti e reazioni comportamentali giovanili”.
𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒 𝑇𝑖𝑧𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑆𝑎𝑙𝑙𝑢𝑠𝑡𝑖 - 𝐷𝑖𝑟𝑖𝑔𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑆𝑐𝑜𝑙𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑜 𝐿𝑖𝑐𝑒𝑜 𝑆𝑡𝑎𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑇. 𝑀𝑎𝑚𝑖𝑎𝑛𝑖 𝑅𝑜𝑚𝑎.

“Prossimità e comunicazione. Reti di comunicazione parallele”.
𝑃𝑟𝑜𝑓. 𝐴𝑙𝑏𝑒𝑟𝑡𝑜 𝐶𝑒𝑟𝑖𝑎𝑛𝑖 - 𝐶𝑜𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑂𝑠𝑠𝑒𝑟𝑣𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜 𝐴𝑢𝑡𝑜𝑛𝑜𝑚𝑖𝑒 𝑒 𝑇𝑒𝑟𝑟𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖 𝐷𝑖𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑆𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑃𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑈𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑃𝑎𝑣𝑖𝑎.

“Infodemia durante l’emergenza covid: riflessioni sul contesto europeo”.
𝐴𝑣𝑣. 𝑃𝑖𝑒𝑟𝑙𝑢𝑖𝑔𝑖 𝑀𝑎𝑧𝑧𝑒𝑙𝑙𝑎 - 𝑅𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑜 𝐶𝑜𝑚𝑖𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑎 𝑒 𝑆𝑜𝑐𝑖𝑒𝑡𝑎̀ 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝐼𝑛𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐶𝑜𝑛𝑠𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑑’𝐸𝑢𝑟𝑜𝑝𝑎.

✅𝐏𝐑𝐄𝐌𝐈𝐀𝐓𝐈 𝐏𝐄𝐑 𝐈𝐋 𝐆𝐈𝐎𝐑𝐍𝐀𝐋𝐈𝐒𝐌𝐎 𝐄 𝐋𝐀 𝐑𝐈𝐂𝐄𝐑𝐂𝐀 𝐒𝐎𝐂𝐈𝐀𝐋𝐄

𝐷𝑜𝑡𝑡. 𝐹𝑎𝑏𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑆𝑡𝑎𝑟𝑎𝑐𝑒 - 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑆𝐼𝐸𝑃
𝐷𝑎𝑛𝑖𝑒𝑙𝑒 𝑀𝑒𝑛𝑐𝑎𝑟𝑒𝑙𝑙𝑖 - 𝐴𝑢𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑖 “𝑇𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑒𝑧𝑧𝑎”
𝐹𝑟𝑎𝑛𝑐𝑒𝑠𝑐𝑜 𝐵𝑟𝑢𝑛𝑖 - 𝑅𝑒𝑔𝑖𝑠𝑡𝑎 “𝑇𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑒𝑧𝑧𝑎” (𝑁𝑒𝑡𝑓𝑙𝑖𝑥)
𝐷𝑜𝑡𝑡.𝑠𝑠𝑎 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎 𝑆𝑒𝑟𝑑𝑜𝑧 - 𝐶𝑎𝑝𝑜𝑟𝑒𝑑𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑐𝑒 𝑇𝐺𝑅 𝐿𝑎𝑧𝑖𝑜
𝐷𝑜𝑡𝑡. 𝐺𝑖𝑎𝑚𝑚𝑎𝑟𝑐𝑜 𝑆𝑖𝑐𝑢𝑟𝑜 - 𝑅𝑒𝑝𝑜𝑟𝑡𝑒𝑟 𝑇𝐺2

✅𝐒𝐎𝐍𝐎 𝐒𝐓𝐀𝐓𝐈 𝐈𝐍𝐕𝐈𝐓𝐀𝐓𝐈 𝐀 𝐏𝐀𝐑𝐓𝐄𝐂𝐈𝐏𝐀𝐑𝐄
𝑃. 𝑀𝑎𝑟𝑘 𝐴. 𝐿𝑒𝑤𝑖𝑠 - 𝑅𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑃𝑜𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖𝑎 𝑈𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝐺𝑟𝑒𝑔𝑜𝑟𝑖𝑎𝑛𝑎.
𝑀𝑖𝑔𝑢𝑒𝑙 𝐺𝑜𝑡𝑜𝑟 - 𝐴𝑠𝑠𝑒𝑠𝑠𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝐶𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑅𝑜𝑚𝑎.
𝐴𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜 𝐷’𝐴𝑚𝑎𝑡𝑜 - 𝐴𝑠𝑠𝑒𝑠𝑠𝑜𝑟𝑒 𝑆𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝐼𝑛𝑡𝑒𝑔𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑆𝑜𝑐𝑖𝑜-𝑆𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑅𝑒𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐿𝑎𝑧𝑖𝑜.
𝑅𝑜𝑑𝑜𝑙𝑓𝑜 𝐿𝑒𝑛𝑎 - 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝐶𝑜𝑚𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑆𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑅𝑒𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐿𝑎𝑧𝑖𝑜.
𝑀𝑎𝑛𝑢𝑒𝑙 𝑀𝑎𝑔𝑙𝑖𝑜𝑐𝑐ℎ𝑒𝑡𝑡𝑖 - 𝐶𝑜𝑛𝑠𝑖𝑔𝑙𝑖𝑒𝑟𝑒 𝐷𝑒𝑙𝑒𝑔𝑎𝑡𝑜 𝐶𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑃𝑟𝑜𝑔𝑟𝑎𝑚𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐸𝑢𝑟𝑜𝑝𝑒𝑎 𝐴𝑛𝑐𝑖 𝐿𝑎𝑧𝑖𝑜.

𝐂𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐭𝐢:

𝑅𝑒𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐿𝑎𝑧𝑖𝑜

𝐈𝐧 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐚𝐛𝐨𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧:

𝐹𝑜𝑛𝑑𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛 𝑑'𝐻𝑎𝑟𝑐𝑜𝑢𝑟𝑡
𝑃𝑜𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖𝑎 𝑈𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝐺𝑟𝑒𝑔𝑜𝑟𝑖𝑎𝑛𝑎
𝐹𝑜𝑛𝑑𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐵𝑎𝑛𝑐𝑎 𝑑𝑖 𝐶𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑜 𝐶𝑜𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑖 𝑅𝑜𝑚𝑎
𝐴𝑁𝐶𝐼 𝐿𝑎𝑧𝑖𝑜
𝐶𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑅𝑜𝑚𝑎 - 𝐴𝑠𝑠𝑒𝑠𝑠𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎
𝐻𝑜𝑡𝑒𝑙 𝐴𝑏𝑟𝑢𝑧𝑧𝑖

“Ci si trova di fronte a persone che sono passate
dal calvario del manicomio al calvario di chi si perde nella città.
E ciò riporta ad affrontare i problemi sociali connessi
a ogni forma di emarginazione e che sono al di là della psichiatria”.

Don Luigi Di Liegro

L’intervento di Anna Maria Palmieri alla 2a Conferenza nazionale per la salute mentale: “Per una salute mentale di comunità”

L’allerta sul sostegno psicologico delle persone più vulnerabili è alta. Negli ultimi giorni, dai principali Reparti di Neuropsichiatria Italiani vengono lanciati allarmi sull’incremento del disagio psichico nei giovanissimi; l’ Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e il Ministero dell’istruzione ha dato il via ad una ricerca di durata triennale sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti ai tempi del Covid-19; le Nazioni unite hanno lanciato un monito, con la presentazione del rapporto con le linee guida sulla salute mentale e il covid-19, esortando gli Stati membri perché diano impulso alle azioni globali per la Salute Mentale. Questi sono solo alcuni dei segnali che dimostrano come la pandemia, nostro malgrado, abbia fatto puntare un faro sulla salute mentale della popolazione come mai successo prima d’ora.

Accanto a chi oggi, a causa dei molteplici effetti diretti e indiretti della pandemia, vive per la prima volta difficoltà psicologiche, ci sono anche le persone e le famiglie per cui le nuove difficoltà psico-socio-economiche sono andate a sommarsi a quelle iniziate ben prima del marzo 2020. Per tante persone la malattia psichiatrica può essere infatti paragonata ad una realtà di povertà: sul piano personale a causa della perdita delle proprie autonomie, delle relazioni sociali e dell’isolamento conseguente allo stigma che colpisce il malato e la sua famiglia; sul piano sociale ed economico, per la difficoltà di veder riconosciuti i propri diritti umani e di cittadinanza, il diritto al lavoro, ad un abitare autonomo, ad un progetto di vita in cui sentirsi protagonisti della propria storia.

Chi si occupa di salute mentale sa quindi che la crisi è arrivata ben prima in un settore della sanità che più di altri fa i conti da anni con tagli di risorse che incidono su modalità e tempi di accesso ai servizi, sul numero di strutture territoriali, sulla gestione dell’emergenza psichiatrica, sui fondi da dedicare alle attività di riabilitazione psicosociale.

La Conferenza Nazionale per la salute mentale rappresenta per tutti gli attori coinvolti nel discorso sulla salute mentale, un momento di scambio, di bilancio, di riflessione, di proposta. E in quest’ultimo anno e mezzo più che mai, ci siamo interrogati, con un atteggiamento che in questa sede intende essere soprattutto costruttivo e generativo, se l’attore principale dei percorsi di cura dei cittadini, il nostro Sistema Sanitario Nazionale, abbia sufficienti forze e risorse per accogliere e curare l’ondata crescente di disagio psichico iniziata durante la pandemia e che con ragionevole certezza continuerà ad aumentare nei mesi seguenti.
Ma la vera domanda da porsi è: l’ente pubblico DEVE farcela da solo?

La pandemia Covid-19 ha evidenziato in modo drammatico che quando vengono meno le risorse, gli investimenti, un progetto di tutela della salute lungimirante e di prossimità, diffuso in modo capillare nei territori, la cura della salute diventa difficile, se non impossibile. Per la salute mentale questo è ancor più vero.

Ci chiediamo allora, cosa possono fare gli enti del privato sociale, le associazioni di volontariato, la associazione di utenti e familiari per farsi sostenitori e garanti di un modello di psichiatria territoriale e di comunità?

Crediamo che gli enti del terzo settore possano svolgere un ruolo decisivo nell’affrontare i problemi là dove si generano, nei territori, unendo al contributo dell’ente pubblico le altre forze della società civile, gli attori dell’assistenza informale, in una dinamica di valore complementare e che miri all’integrazione di più livelli di intervento. Questo è il modello che la Fondazione Di Liegro propone per promuovere dei sistemi di cura integrati e coerenti nella comunità e sul territorio

La Fondazione Don Luigi Di Liegro da oltre vent’anni opera nel campo della salute mentale collaborando con istituzioni pubbliche e private nella realizzazione di progetti, attività e ricerche finalizzate alla promozione del benessere psicosociale, la prevenzione del disagio psichico e la diffusione della cultura e della conoscenza della salute mentale.

Il programma di intervento della Fondazione “Volontari e Famiglie in Rete per la Salute Mentale” si articola in più attività. Tra le principali: corsi di formazione sulla salute mentale rivolti ai familiari e ai volontari da coinvolgere nelle attività a sostegno degli utenti dentro e fuori i servizi dei Dipartimenti di Salute Mentale; gruppi di sostegno ai familiari; Servizi di informazione e orientamento per i cittadini; i progetti di prevenzione e promozione del benessere psicosociale nelle scuole; attività di ricerca.

Le testimonianze degli utenti, dei familiari, dei cittadini volontari, degli operatori che la Fondazione ha raccolto nel corso dei suoi anni di attività sono molteplici. Non ultime quelle della ricerca «Reti di cura e disagio psichico» realizzata negli anni scorsi, che ha raccolto e confrontato il sapere esperienziale di utenti, familiari e mondo associativo con quello professionale di operatori e responsabili dei presidi territoriali e dei Dipartimenti di Salute Mentale dell’intera città di Roma, per un totale di oltre mille persone intervistate.

Dalle evidenze emerse dal nostro lavoro operativo e dal lavoro di ricerca, emergono gli spunti di riflessione che la Fondazione presenta al tavolo “Il ruolo delle associazioni di utenti, familiari e del volontariato nei servizi di salute mentale” della 2a Conferenza nazionale per la salute mentale: “Per una salute mentale di comunità”.

IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ ORIZZONTALE NON VA INTESO COME DELEGA MA COME CIRCOLARITÀ VIRTUOSA in cui ogni soggetto contribuisce portando la propria esperienza e competenza. Il mondo del volontariato e del privato sociale non possono e non vogliono sostituirsi all’ente pubblico. Tra di loro deve instaurarsi una effettiva collaborazione che porta alla realizzazione di un bene comune. È dove il servizio pubblico funziona bene che il volontariato riesce ad essere una risorsa di inestimabile valore.
REALIZZARE PROGETTI CHE PERSEGUANO UNA EFFETTIVA INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA PER SOSTENERE CON MAGGIORE EFFICACIA I PERCORSI DI RECOVERY. Il ruolo del privato sociale è fondamentale nello svolgere una funzione di cerniera tra servizio pubblico e territorio, per offrire maggiori opportunità di risposta ai bisogni di lavoro, casa e vita sociale. Questi sono i bisogni che i servizi territoriali faticano maggiormente a garantire.
ATTENZIONE PRIVILEGIATA ALLA FASCIA DI ETÀ GIOVANILE: PREVENZIONE, INTERVENTO PRECOCE E SERVIZI DEDICATI ALL’INFANZIA, ALL’ADOLESCENZA e AI GIOVANI ADULTI. Collaborare con le agenzie educative e di socializzazione per promuovere attività di alfabetizzazione emotiva e prosociale in un’ottica di prevenzione e di educazione al benessere psicologico. Utilizzando la metodologia della peer education e rendendo i ragazzi protagonisti della attività fatte con, da e per loro. Formazione di figure non sanitarie, come gli operatori giovanili, che vivono i giovani nei luoghi di aggregazione naturale e possano svolgere un ruolo di facilitatori e di raccordo con i servizi per i ragazzi più vulnerabili.
FORMARE E RAFFORZARE LE PRIME LINEE DELL’INTERVENTO: MEDICI DI FAMIGLIA, PERSONALE SCOLASTICO, CONSULTORI FAMILIARI ATTORI PURTROPPO ANCORA MARGINALI NELLA SALUTE MENTALE. Presidi che sono di più facile accesso per le persone e possono e dovrebbero svolgere un ruolo di antenne sul territorio. Da qui anche l’importanza di un coinvolgimento strutturato dell’associazionismo anche nelle case della salute, come strumento per intercettare il disagio e collegare i cittadini con i servizi di cure primarie e specialistici.
ACCOMPAGNARE LE FAMIGLIE E GLI UTENTI NELLA CONOSCENZA E GESTIONE DELLA MALATTIA. Coinvolgere familiari e utenti in attività formative in grado di fornire conoscenze e strumenti operativi. Considerare gli utenti e le famiglie come portatori di risorse oltre che di bisogni e valorizzarne il sapere esperienziale. Agevolare le misure che permettono l’effettiva realizzazione del “dopo di noi”.
COINVOLGERE LA CITTADINANZA. INFORMARE, FORMARE E SENSIBILIZZARE LA COMUNITÀ. Riprendendo il titolo di questa seconda conferenza: Per una salute mentale di Comunità: per Comunità si intende un “Insieme di persone unite tra di loro da rapporti sociali, linguistici e morali […], da interessi”. È solo coinvolgendo tutti i cittadini, tutti gli appartenenti alla comunità locale, nel discorso sulla salute mentale, che quest’ultima può diventare un interesse della comunità e la comunità un luogo di effettiva integrazione e strumento per la lotta allo stigma e alla discriminazione delle persone con disagio psichico.

È solo amore se amore sai dare. Quel fare amore che è azione, che si manifesta nella cura di se stessi e degli altri. Partecipando alla riffa ti prenderai cura delle persone che soffrono di disagio psichico, sostenendo i progetti di inclusione e la concreta battaglia contro lo stigma che la Fondazione porta avanti da più di vent’anni. Inoltre, parteciperai all’estrazione di premi di benessere scelti con cura per te:

L’estrazione dei biglietti vincitori si terrà durante La musica che tutto cambia il prossimo 14 febbraio: una serata di arte e solidarietà nella prestigiosa cornice del Conservatorio di Santa Cecilia (via dei Greci, 18 - Roma). Con l’ingresso alla serata di San Valentino è compreso un biglietto alla riffa.

I BIGLIETTI DELLA RIFFA

Per acquistare i biglietti della riffa scrivici su segreteria@fondazionediliegro.it, chiamaci allo 06 6792669 o passa in Fondazione in via Ostiense 106 - Roma

La Fondazione è lieta di presentare il concerto dei Briganti Pizzicati, il gruppo musicale del nostro laboratorio di arte terapia e socializzazione, nella prestigiosa cornice del Conservatorio di Santa Cecilia (via dei Greci, 18 - Roma).

I Briganti Pizzicati si esibiranno il 14 febbraio prossimo alle 19.00. La scelta della data non è casuale, ma evocativa. Il tema della serata sarà l’amore, quell’amore che si manifesta nella cura di se stessi e degli altri; cura che significa azione, verso il proprio (e altrui) benessere psicosociale.

La vera protagonista della serata sarà l’arte e il suo valore materiale e immateriale di cura e inclusione. Oltre alle musiche dei Briganti Pizzicati, in collaborazione con Musica in Cammino, ci saranno incursioni poetiche e teatrali, frutto del lavoro svolto in altri laboratori di arte terapia, nell’ottica di una collaborazione creativa che ne metta in luce il loro valore tecnico riabilitativo. Ci sarà, inoltre, la straordinaria esibizione di uno studente di alta formazione del Conservatorio di Santa Cecilia.

PRENOTA IL TUO POSTO

Ingresso a La musica che tutto cambia con donazione:  dona qui.

Con l'ingresso al concerto si avrà diritto a un biglietto della nostra Riffa di solidarietà: potrai, quindi, partecipare all’estrazione di Premi di benessere scelti per te, scoprili qui; ma, soprattutto, ti prenderai cura delle persone che soffrono di disagio psichico, sostenendo i progetti di inclusione e la concreta battaglia contro lo stigma che la Fondazione porta avanti da più di vent’anni.

Per prenotare il tuo biglietto: scrivici su segreteria@fondazionediliegro.it, chiamaci allo 06 6792669 o fallo online cliccando qui.

IL PROGRAMMA

La serata musicale sarà condotta da Adriana Pannitteri, giornalista del TG1 molto sensibile e attenta al tema della salute mentale. La regia sarà a cura di Franco Pennacchi.

Ascolto, orientamento e informazione per i
Problemi di
Salute Mentale
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