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Roma, 15 marzo 2024 - Aiutare le famiglie che vivono al proprio interno situazioni di disagio mentale, spesso aggravate da pesanti conflitti intra-familiari. Questo l'obiettivo principale del Gruppo di Psicoanalisi Multifamiliare (GPMF), il nuovo progetto promosso dalla Fondazione Don Luigi Di Liegro in collaborazione con la ASL Roma 2. Il gruppo si riunisce per la prima volta il 15 marzo nella sede della Fondazione.

12-15 febbraio 1974  - 2024

In occasione dei 50 anni dal celebre convegno "Sui mali di Roma" fortemente voluto da Don Luigi, riportiamo qui un estratto delle sue considerazioni.

L’incontro dei cristiani di Roma: un discorso aperto

(…) Qui scopriamo la vera origine dell’incontro dei cristiani di Roma sulle attese di giustizia e carità svoltosi dal 12 al 15 Febbraio 1974. La città non è vista e sentita come il momento più significativo di un impegno e di una circolazione di valori comunitari; non è vista quasi mai come il supporto fisico murato dallo spirito di carità; è vista invece come luogo di consumo dei valori, di qualcosa che, non si sa bene chi, deve dare a tutti per le loro esigenze e per le loro aspirazioni. Religione di consumo e città come ambiente di consumo.

Da questa consapevolezza è nata l’idea e l’esigenza di un incontro, di tipo assembleare, che offrisse a tutte le componenti la possibilità della comunità diocesana di Roma, di una riflessione sulla città e sulla responsabilità, i doveri che, per ogni cristiano, scaturiscono dalla fede di fronte alla comunità. La mobilitazione e l’animazione di tutta la comunità ecclesiale romana è stato l’obiettivo di fondo del convegno, volendo costituire un risveglio interiore, personale e comunitario, da porre a monte di qualsiasi ulteriore applicazione operativa.

L’annuncio di un incontro dei cristiani di Roma sulla loro città fu accompagnato da un’analisi della situazione della città, analisi che ha avuto un’eco enorme ed ha suscitato interpretazioni e polemiche talvolta fuori posto. Il senso dell’analisi è ben diverso da una facile e sterile denuncia. Massicce deformazioni hanno sconvolto talmente l’aspetto fisico, sociale e morale della città di Roma, che i suoi abitanti trovano difficoltà a riconoscersi in essa. L’immagine di una città cresciuta troppo in fretta ed all’insegna dell’egoismo e della speculazione, presenta una densità di implicazioni e di problemi tali sul piano urbanistico e dell’assetto del territorio, sul piano dei trasporti e del traffico, su quello delle attrezzature e dei servizi civili, che il processo in atto rischia di dequalificare il modo di vivere di una popolazione, compromettendone il grado stesso di civiltà.

Se si cerca di superare il momento della denuncia pur necessaria se ordinata alla riconciliazione e alla conversione, e si affronta il discorso di una precisa ricerca della responsabilità, la pubblica amministrazione non può certo sottrarsi al riconoscimento di una sua insufficiente presenza; si individueranno i condizionamenti e gli indirizzi del potere economico protagonista di determinate scelte, ma si dovrà anche prendere atto che certe esperienze di sfruttamento perpetrate contro la città sono anche frutto dell’assenteismo e dell’egoismo di molti, di quella maggioranza eufemisticamente detta «silenziosa». Un silenzio che, se non è sempre consenso, è, comunque, una forma di apatia, di mancanza di vigilanza, di dimissione di responsabilità, di rinuncia all’impegno.

Tale situazione non può non essere analizzata se si vuole iniziare un’opera di rinnovamento e di riconciliazione per una città diversa, non attraverso discorsi moralistici, ma con profondi mutamenti di comportamento e di strutture sociali ed economiche.

È chiaro che si tratta di un punto di partenza, di un gesto profetico. Ritorna, nelle parole conclusive del Card. Poletti, la sottolineatura dello spirito dell’incontro e cioè «di esaminare, in ciascuno di noi e quindi anche comunitariamente, se nella città di Roma la Chiesa sia pienamente o no fermento di salvezza». Il Giovedì Santo 1971, in questa stessa chiesa, Paolo VI pose ai cristiani la domanda: «Possiamo noi dire che la Chiesa di Roma eccelle nella carità?».

Il discorso, allora, è e vuole essere un discorso di «conversione» e non di polemica sociale e politica. Vogliamo una città diversa, una città nuova, che appartenga a tutti perché fatta da tutti. Una città che sia la città del dialogo, tra i suoi cittadini, tra fede e tecnica, tra aspirazioni e impegni, tra Chiesa e città, tra vescovo e comunità cristiana locale, riscoprendo in questo dialogo la vocazione specifica della Diocesi del Papa di essere al servizio del dialogo con tutte le chiese locali sparse per il mondo.

Mons. Luigi Di Liegro

Da «La rivista del clero italiano», Marzo - Aprile 1974

Roma 17 febbraio 2024 - Presso la Fondazione Don Luigi Di Liegro, si è tenuta la prima lezione del corso "Il disagio giovanile nella contemporaneità: la rete che cura", rivolto a volontari, famiglie e servizi territoriali per la salute mentale. Erano presenti il segretario generale della Fondazione Don Luigi Di Liegro, Luigina Di Liegro, l'assessore regionale all'Inclusione sociale e Servizi alla persona della Regione Lazio, Massimiliano Maselli e Chiara Rogora, psicologa e psicoterapeuta, Dsm Uoc Asl Roma 2, Tutela Salute Mentale e Riabilitazione Età Evolutiva.

Roma 19 febbraio - A cinquant’anni dal convegno sui “Mali di Roma”, il 19 febbraio presso l'Aula della Conciliazione del Palazzo Apostolico Lateranense, la Diocesi di Roma propone un nuovo momento di ascolto e di confronto dal titolo (Dis)uguaglianze.
L’evento vedrà gli interventi del cardinale vicario Angelo De Donatis, del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e del vice-sindaco di Roma Silvia Scozzese; di don Federico Corrubolo, docente di Storia moderna e contemporanea all’Istituto Ecclesia Mater; di Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio; di Giuseppe De Rita, sociologo e fondatore del Censis; di Luigina Di Liegro, segretario generale della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro; di Pierciro Galeone, vicepresidente della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro; di Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma.

Roma, 30 gennaio 2023 - Sono aperte le iscrizioni al corso di formazione per volontari, familiari, youth workers e operatori per la Salute Mentale promosso dalla Fondazione don Luigi Di Liegro e dalla Fondation d'Harcourt, con il sostegno della Regione Lazio. Il corso si terrà nei sabati dal 17 febbraio al 20 aprile. Otto lezioni tenute da esperti che mirano a formare i partecipanti sulle problematiche giovanili, inclusi bullismo e dipendenze, promuovendo una rete di supporto psicosociale.

Roma, 28 dicembre 2023 - In questo articolo Luigina Di Liegro, segretario generale della Fondazione Di Liegro, mette in luce la "depressione natalizia" e l'importanza dell'assistenza a chi soffre di disagio psichico. Ricorda l'impegno di Don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas Diocesana di Roma, per il sostegno continuo ai bisognosi. Coglie così l'occasione per annunciare l'inizio dei corsi 2024 della Fondazione Di Liegro per formare volontari e famiglie nella rete di sostegno alla salute mentale.

“Credo che la nostra solidarietà sia semplicemente un canale attraverso il quale la gente deve accorgersi della solidarietà di Dio nei confronti dell’uomo. Credo alla celebrazione di Dio nei sacramenti, che infondo è celebrazione e contemplazione di questo amore infinito di Dio per l’uomo, soprattutto per l’uomo che si sente disperato, sconfitto anche dai conflitti e dalle tensioni della vita. E Dio ha mandato il suo figlio unigenito Gesù Cristo perché si incarnasse in questi problemi, si incarnasse in questa storia di disperazione e di speranza, per aiutare l’uomo ad accorgersi che Dio non è lontano, ma è sempre incarnato, è ormai un Dio presente, cioè un Dio che si fa servo dell’uomo”.

Don Luigi, 6 aprile 1990

Il Natale occupa un posto centrale nel pensiero e nell’azione di Don Luigi Di Liegro. Rimanda al mistero dell’Incarnazione di Gesù, attraverso il quale Dio entra nella storia delle persone, si rende visibile, si fa prossimo. A partire da questo mistero, Dio - per usare le parole di Don Luigi - non è più un principio astratto, un’idea, ma una realtà della quale è possibile fare esperienza. Dio lo puoi ascoltare, Dio lo puoi vedere perché si è fatto uomo in Gesù. L’umanità di Gesù è il volto di Dio. Questo mistero - che è al centro della fede cristiana insieme al grande mistero della Trinità, che è il mistero della relazione - non è però per don Luigi qualche cosa che riguarda solo Dio. Questo mistero del farsi prossimo di Dio nei confronti dell’uomo riguarda da quel momento in poi anche noi. Perché anche noi siamo adesso chiamati a farci prossimo, ad incarnarci, a portare l’amore dentro la vita concreta delle persone, nei loro bisogni, nelle loro domande. Che dobbiamo anzitutto discernere, saper riconoscere. Perché attraverso la nostra vicinanza, attraverso la nostra presenza, attraverso il nostro condividere, le persone possano anche oggi, lì dove sono, fare esperienza dell’amore di Dio che salva. Che salva ogni volta che la condivisione, la fraternità, prendono il posto della solitudine. Si capisce così perché per don Luigi la carità non sia mai stata solo questione di vestiti da offrire, di pacchi da donare. La beneficienza non basta a salvare le persone, è solo l’amore che salva. Ma l’amore di Dio per arrivare alle persone ha bisogno del nostro amore, della nostra presenza, della nostra incarnazione. La credibilità del Natale passa per ciascuno di noi.

Nell’ambito della prevenzione della contenzione, il reparto ospedaliero di SPDC del San Filippo Neri dell’Asl Roma 1, in collaborazione con la Fondazione Internazionale don Luigi Di Liegro, propone un progetto pilota volto a costruire un percorso di rete contro l’isolamento che possa aiutare le persone ricoverate a vivere meglio una situazione di per sé complessa.

All’interno del progetto è prevista l’attivazione di un processo che non sia esclusivamente sanitario, ma anche sociale e di sostegno alle abilità relazionali e di efficacia personale, rispettando la condizione di fragilità dei partecipanti e valorizzandone le risorse. Nella comunicazione mediata dall’arte (musica, pittura, oggetti di lavorazione manuale, scrittura e lettura, movimento corporeo, ecc) si rende possibile lo scambio, e il professionista si fa mediatore della comunicazione interpersonale nel gruppo.

I contenuti e la forma dei laboratori sono stati pensati e scelti per favorire la socializzazione fra i partecipanti, l’ascolto e il riconoscimento reciproco, rispettando lo spazio individuale di ciascuno e la libera scelta di non partecipare oppure semplicemente osservare, a seconda del sentire dei partecipanti. Si vuole quanto più favorire un clima di armonia e accettazione reciproca.

Ciascun incontro ha una propria completezza in considerazione del fatto che la composizione del gruppo è in continua variazione. E’ lasciata agli utenti la libertà di partecipare o meno di volta in volta.

Il progetto Art4Me mette in relazione la salute mentale e l'arte e mira a creare un'opportunità unica per fornire una nuova piattaforma per la condivisione delle conoscenze al di là delle frontiere e delle parti interessate, e un percorso per una migliore responsabilizzazione dei cittadini con o a rischio di avere problemi di salute mentale. È quindi necessaria una lunga serie di nuovi strumenti per affrontare la salute mentale. Mentre l'arte e l'espressione creativa sono state un elemento centrale della cultura europea per millenni, l'uso dell'arte come strumento per la salute mentale è stato scarsamente mappato e le esperienze spesso non condivise.

Il progetto si propone di:

Al fine di prevenire l'isolamento e la marginalità sociale, il progetto propone l'attivazione di un servizio di ascolto e assistenza sul territorio, che fornisce informazioni sui servizi di salute mentale, orienta gli utenti e li supporta nella definizione di un progetto personalizzato con i servizi territoriali.

Per sensibilizzare la cittadinanza sulla salute mentale, il progetto organizza corsi di formazione, informazione e convegni annuali su tematiche come il Recovery e le dipendenze. Gli obiettivi formativi includono la creazione di un gruppo di volontari per facilitare l'inserimento sociale e il percorso terapeutico delle persone con disagio psichico attraverso laboratori di socializzazione, come teatro, musica, fotografia e arte-terapia.

Al fine di contrastare la solitudine dei familiari delle persone con disagio psichico, il progetto promuove gruppi di auto-aiuto con incontri settimanali e supervisione mensile da parte di professionisti, come psichiatri e psicologi, per fornire un sostegno solidale e condividere esperienze.

Il progetto è concepito seguendo un approccio di Recovery, che mira a restituire agli utenti un ruolo attivo, trasformandoli da destinatari passivi a protagonisti coinvolti nelle proprie scelte e impegnati a sviluppare appieno le proprie potenzialità.

Premio amico della famiglia 2009 alla Fondazione Di Liegro per il progetto Famiglie in Rete
Ascolto, orientamento e informazione per i
Problemi di
Salute Mentale
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