Sergio Zavoli, con la sua morte, lascia una enorme eredità di competenza giornalistica e discrezione umana. Nella sua vita, ebbe modo di conoscere e frequentare don Luigi Di Liegro. Come Zavoli ricorda in un articolo del 2002, per il mensile Jesus, “lo ebbi tra le persone care e preziose: da consultare, tra l’altro, per la mia attività giornalistica. Ai tempi in cui diressi il Gr1, e poi alla presidenza della Rai, mi fu spesso vicino con generosa sensibilità”.
Nell’articolo, il giornalista riprende una sua intervista a don Luigi, risalente al 1993, che definisce “una sorta di grido che scuote le nostre coscienze. Stava finendo, con il secolo, la sua vita stessa – scrive Zavoli di Di Liegro – Ne aveva fatto un tutt’uno, deciso a brandire i segni che il nostro tempo, tra grandi e persino atroci controversie, affidava agli uomini di buona volontà decisi a difenderla”.
Zavoli cita un passo dell’intervista, evidenziando la “parole profetiche” di don Luigi, che definiva la nostra società e le contraddizioni del tessuto civile, come “Un pantagruelico banchetto durante il quale i commensali hanno divorato tutto il possibile, senza badare a chi sarebbe venuto dopo”.
Vale la pena rileggerla oggi, quella intervista, “perché testimonia della sua ricchezza spirituale e umana, etica e civile, ma anche – afferma il giornalista – per la sua carica profetica”.
Leggi l’articolo di Sergio Zavoli con l’intervista a don Luigi Di Liegro.